Lettera al ministro Pinotti: “L’Italia ora ha davvero bisogno di sentirsi difesa”

Pinotti

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Francesca Molinari al ministro Pinotti che domani sarà ospite alla festa del Pd.

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La Ministra Pinotti domani sera sarà a Piacenza ospite della locale Festa del Pd. Ho urgenza, come in tanti nella società civile, di chiedere alla Ministra chiarimenti, rassicurazioni e soprattutto promesse per il nostro Paese in merito al bisogno di sentirsi veramente difesi in particolare ora che l’Italia, per affrontare il problema migratorio, ha deciso di rischiare una missione con un Paese come la Libia veramente troppo pericoloso e complesso. E’ difficile convincerci che anche con le “migliori intenzioni” non ci invischieremo in strade che non ci difendono. Per usare una metafora legata all’evento nascita e gestazione, chi è incinta sa che una vita sta crescendo dentro di sé e aspetta con fiducia. Immaginiamo ora che il nostro corpo sia l’Italia: ebbene in questo corpo, sofferente di povertà diffusa, mentre ognuno di noi si arrabatta distratto o meglio troppo impegnato nel proprio difficile quotidiano, si sta attuando, solo e poi altro, un pericoloso riarmo nucleare. Ci chiediamo, estendendo la domanda alla Ministra Pinotti, ma perché l’Italia proprio quando il 7 luglio il mondo ha messo fuori legge le armi nucleari purtroppo, ha mostrato di ritenere la fedeltà a Nato e Stati Uniti più importante della pace? Dopo mesi di difficili trattative e nonostante il boicottaggio delle potenze nucleari e dei loro alleati, lo storico Trattato per la messa al bando delle armi nucleari è stato approvato infatti dall’Assemblea generale dell’Onu con 122 favorevoli, un astenuto (Singapore) e un solo voto contrario, quello dell’Olanda, unico membro Nato che ha partecipato ai lavori perché obbligata da un voto del Parlamento. Perché mai Ministra, l’Italia ha scelto di disertare i lavori e la votazione finale, insieme a tutti gli alleati occidentali che hanno seguito la direttiva di Washington di sabotare il trattato ?

Perfino il Giappone ha seguito gli ordini di scuderia americani nonostante i numerosi appelli alla partecipazione provenienti dai sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki. Ma c’è un’altra creatura-mostro che sta invece crescendo nel mio grembo personale, anzi nel nostro ventre-Italia, perché, concordo con Roberto Mancini, “la fraternità e la sororità etiche dove ognuno riconosce che la sorte degli altri lo riguarda sono lo statuto del nostro stare nel mondo. Le identità particolari non hanno il diritto di spezzare l’unità della comunità umana universale”. Chi ha rivisto al cinema Daturi recentemente il film “Snowden”, non può avere dimenticato la scena degli addetti della CIA che seduti davanti ai loro video facevano “saltare” poveri innocenti con la guerra dei droni. Per dare un esempio pare che solo in Afghanistan gli Stati Uniti in un periodo ristretto di 5 mesi tra il 2012 e il 2013 (fonte The Intercept ) abbiano assassinato il 90% delle vittime in virtù della propria vicinanza a chi era stato messo nel mirino come obiettivo dichiarato: Si tratta dei cosiddetti signature strikers e questa è una procedura che prevede di considerare un individuo non già sulla base di informazioni personali o localizzazione certa, ma di uno schema generale di abitudini ricostruite sulla base di dati statistici incrociati. Secondo quanto si legge nell’ultimo numero dell’ interessantissima rivista “Altreconomia” in base ai luoghi frequentati dai contatti anche casuali e sporadici con cellule terroristiche, spostamenti giornalieri. Anche per il possesso di uno specifico telefono cellulare gli USA, pur non conoscendo il suo nome, si sentono il diritto di colpire una persona, un’azione al di fuori di qualsiasi “legittima difesa” delle Leggi internazionali. La Ministra Pinotti incontrando il segretario americano alla Difesa Jim Mattis al Pentagono nel luglio 2017 a proposito di Sigonella in , la NAV (Naval Air Station) che si può definire l’ HUB dei droni del Mediterraneo, aveva annunciato che ciascuna missione soprattutto se con potenzialità offensive (quindi non c’è solo legittima difesa) sarebbe stata vagliata dallo Stato Maggiore italiano. Pare per fortuna, forse, che, secondo qualche indiscrezione, il parere non sia sempre stato concesso. Ma il mio corpo-Italia che ha nel suo grembo una Sigonella che cresce può veramente fidarsi se tra il 2018 e il 2019 la base militare diventerà una delle principali basi operative del programma americano “Broad Area Maritim Surveillance” basato su droni a sorveglianza a lungo raggio in aree costiere e oceaniche? Usando anche la famosa antenna MUOS a Niscemi (60 chilometri) da cui verranno lanciati su tutto il mondo comunicazioni satellitari senza le quali gli attacchi armati con i velivoli senza pilota non possono essere condotti. Io non mi sento sicura, anzi mi accorgo che il mio corpo, il territorio che abitiamo, piuttosto che essere difeso, diventa invece, un bersaglio sempre più suscettibile di essere colpito. Perché allora Ministra, vorrei chiederle prima o dopo la sua visita a Piacenza, l’Italia sta facendo investimenti sempre più cospicui in spese militari che non ci difendono? Infatti 8,2 miliardi e non i 5,4(!) previsti in precedenza, solo per acquisire nuovi armamenti (Osservatorio sulle Spese Militari) sono stati previsti nel Fondo “investimenti” quindicennale della legge di Bilancio 2017. Perchè investire sulla morte e non su nuove occupazioni diciamo più socialmente utili, più green, più culturali e meno mortali? Perché il Governo italiano continua a commerciare in armamenti con Paesi come L’Arabia Saudita?
Sono contenta di avere dato il mio contributo alla Campagna “Un’ altra difesa è possibile” che ha raccolto le firme per sostenere la proposta di Legge di Iniziativa Popolare “Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta”.

Dopo essere stata calendarizzata nelle Commissioni Affari Costituzionale e Difesa della Camera dei Deputati, deve essere, discussa, difesa, votata in Parlamento. Noi Cittadine e Cittadini abbiamo fatto la nostra parte. Ora tocca a voi Parlamentari. Cogliamo l’occasione per chiedere un giudizio della Ministra nel merito e un dibattito pubblico anche su questa Legge, che ha il pregio di essere limpida negli ideali ma anche molto concreta negli aspetti di contenuto e organizzativi sul tipo di Difesa che difende. E da donna, accoratamente, con fiducia, mi appello a quanto un numero infinitamente grande di donne nel mondo hanno seminato e tutt’ora seminano per difendere veramente la vita anche dalle guerre, perché i semi del loro operato germoglino nella profondità dell’anima e della coscienza soprattutto di chi, specie se donna, ricopre in tempi difficili cariche istituzionali in particolare nel campo della Difesa. Intanto segnalo a chi legge il 25 settembre dalle 9:00 alle 18:00 e 30 presso l’Università Statale di Milano il Convegno “Droni armati, problemi e prospettive” promosso anche dalla Rete Italiana Disarmo.