“Ennesima occasione sprecata in Emilia Romagna. Questa volta sul tavolo c’era la proposta di revisione del codice penale e del codice di procedura penale per quel che riguarda la legittima difesa e l’aggravamento delle pene per i reati di furto in abitazione e furto con strappo. Ma anche questa volta il Partito democratico ha preferito schierarsi dalla parte di Caino lasciando solo Abele. Una situazione inaccettabile e intollerabile”. Così Matteo Rancan, Consigliere regionale della Lega Nord e segretario dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea punta il dito contro i cosiddetti democratici che hanno preferito boicottare la proposta del Carroccio piuttosto che permettere alla nostra gente di difendersi.
“Eppure – spiega Rancan – questa volta le motivazioni per fare il classico ostruzionismo davvero non c’erano. Siamo partiti da un dato di fatto: la situazione attuale, chiedendo semplicemente che la nostra gente sia messa nella condizione di potersi difendere e smetterla di essere, come si dice, cornuta e mazziata. La nostra casa e il frutto delle fatiche di una vita, devono essere da tutti considerati come beni inviolabili. Così come inviolabile è la libertà di ogni uomo e donna, di vivere su un territorio purché ne rispetti le leggi. Ecco – continua – questo è il punto: il rispetto delle leggi. Quelle che chiedevamo si schierassero finalmente dalla parte di chi subisce il reato smettendo di guardare a chi lo ha commesso”.
“Ma così non è stato. Il Pd – tuona Rancan – facile alle dichiarazioni di sdegno e di solidarietà ogni qualvolta accadono episodi violenti, rapine e omicidi, nei fatti continua a nascondersi dietro un dito. Quel dito che anche ieri nell’Aula di via Aldo Moro ha lasciato vincere chi viene nel nostro Paese con il solo e acclarato scopo di delinquere. Complimenti – continua Rancan – chissà che la prossima volta si voglia sancire con una bella norma approvata dalla sinistra, che se si viene rapinati è obbligo offrire al rapinatore un caffè o, se d’estate, una bibita fresca per rifocillarlo dalle fatiche…”.
“Siamo diventati un Paese di zimbelli. Il nostro territorio è stanco di subire in silenzio, ma qualcuno continua a fare finta di non vedere e di non capire. Certo noi – conclude – non abbiamo intenzione di mollare e faremo di tutto perché la nostra gente possa finalmente sentirsi non solo padrona, ma anche sicura a casa propria”.