Servono “norme equilibrate, chiare e puntuali sulla legittima difesa” che rafforzino “la tutela delle persone oneste, altrimenti esposte al pericolo di lunghe indagini giudiziarie” per il solo fatto di aver dovuto “fronteggiare un’aggressione certamente non voluta, di fronte alla quale “sono state costrette dalle circostanze a reagire legittimamente”. Lo afferma Tommaso Foti (Fdi-An) in una risoluzione, dove impegna la Giunta regionale a sollecitare il presidente della Camera dei Deputati e i capigruppo ad iscrivere al più presto all’ordine del giorno dei lavori assembleari le proposte di legge di modifica dell’articolo 52 del codice penale in materia di legittima difesa. “Sempre più frequentemente – commenta il consigliere – si registrano violente aggressioni a danni di cittadini in abitazioni private e in esercizi pubblici, a scopo di furto e rapine”, e anche in Emilia-Romagna “bande violente provocano con le loro efferate azioni sgomento e paura”: il riferimento riguarda, in particolare, “l’uccisione, avvenuta in comune di Budrio, nel bolognese, di un barista da parte di un criminale nel corso di un tentativo di rapina”. “Se è vero che la prevenzione e la repressione dei reati spetta alle Istituzioni, – evidenzia – altrettanto vero è che devono essere previsti strumenti adeguati di tutela degli aggrediti e delle vittime, nei casi in cui risulti impossibile scongiurare il pericolo imminente attraverso il tempestivo intervento delle forze dell’ordine”, senza che chi “reagisce al sopruso e alla violenza, rischi di essere coinvolto in lunghe indagini giudiziarie” perché gli viene contestato “l’eccesso colposo di legittima difesa per aver fronteggiato una situazione di pericolo”. Foti, in particolare, cita una proposta di legge d’iniziativa dei deputati La Russa e altri, abbinata ad altre proposte di legge, dove si afferma “il principio (sacrosanto) per il quale la difesa è sempre legittima”.
Sulla stessa linea il consigliere della Lega Nord, Matteo Rancan, primo firmatario di una proposta di legge alle Camere: “Garantire una possibilità di difesa da aggressioni violente, soprattutto nella parte in cui la normativa richiede la proporzionalità tra difesa e offesa”.
“I continui e recenti fatti di cronaca relativi a violente aggressioni in abitazioni private a scopo di furto ed a rapine presso attività commerciali – spiega Rancan – ci obbligano a riflettere sul nostro ordinamento, verificandone l’adeguatezza nel contrastare questi fenomeni. Il nostro sistema di diritto penale prevede infatti delle pene, seppure disapplicate per diverse motivazioni in caso di furto e di altri delitti contro il patrimonio; tuttavia occorre considerare che i recenti fatti di cronaca ci mettono dinanzi a una realtà di una violenza sconosciuta. Mi riferisco – spiega – a incursioni, anche notturne, in abitazioni o in attività commerciali realizzate con una violenza che non risparmia neppure anziani o bambini e che spesso sfociano in esiti mortali per gli aggrediti”.
“Quanto accaduto negli ultimi giorni – attacca – è davanti agli occhi di tutti così come la sensazione d’impotenza e d’impossibilità a reagire che ormai si sta diffondendo nel Paese. E quel che è peggio è che, contestualmente a questa, va crescendo l’atteggiamento di chi pensa di potere venire a fare quello che vuole in casa nostra sapendo che molto probabilmente resterà impunito”.
“Ora – continua Rancan – la repressione e la prevenzione dei reati spettano innanzitutto allo Stato, ma è necessario predisporre strumenti adeguati di tutela, nei casi in cui ci sia un pericolo imminente e l’impossibilità di scongiurarlo attraverso il tempestivo intervento delle Forze dell’ordine”.
“Per questo – aggiunge – proponiamo la modifica della proporzionalità tra difesa e offesa, non perché non si condivida la necessità di evitare reazioni spropositate per attacchi privi di una reale offensività, quanto, piuttosto, perché tale norma si è nei fatti tradotta, anche attraverso la sua interpretazione giurisprudenziale, in una sostanziale inapplicabilità dell’esimente in esame. Si è paradossalmente fatta avanti nell’opinione pubblica la convinzione che difendersi possa far passare l’aggredito dalla parte del torto”.
“Proponiamo quindi una modifica all’articolo 52 del codice penale prevedendo una presunzione di legittima difesa per gli atti diretti a respingere l’ingresso, mediante effrazione, di sconosciuti in un’abitazione privata ovvero presso un’attività commerciale professionale o imprenditoriale con violenza o minaccia di uso di armi”.
“Allo stesso tempo chiediamo di modificare gli articoli di legge legati al furto in appartamento per inasprire le pene e rendere certa l’applicazione della pena. Non possiamo accettare – conclude Rancan – che la nostra gente viva nel terrore e non abbia la possibilità di difendersi”.