«Strumentalizzazione ideologica, povera di argomentazioni e deplorevole compiuta sulla pelle dei diritti femminili». Le consigliere comunali del Partito Democratico Giorgia Buscarini e Giulia Piroli ribattono all’intervento pubblico contro l’aborto degli esponenti della Lega Nord Elena Murelli e Massimo Polledri.
«Mentre in Irlanda in queste ore un referendum popolare ha scelto di legalizzare l’aborto, pur essendo un Paese fortemente influenzato dal Cattolicesimo, in Italia e in particolare a Piacenza una deputata e un assessore comunale hanno messo tristemente in discussione la Legge 194. Una norma che ha depenalizzato e disciplinato le modalità di accesso all’aborto, che ha arginato le interruzioni di gravidanza clandestine e che proprio in questi giorni ha compiuto quarant’anni dalla sua promulgazione, garantendo alle donne il diritto di abortire legalmente in ambiente ospedaliero tutelate dallo Stato», spiegano Piroli e Buscarini.
«I due leghisti si sono mai chiesti perché una donna arriva a compiere tale scelta? Pensano forse che sia facile? Piuttosto di minimizzare questo processo in nome di un’ideologia politica ultra-conservatrice, dovrebbero visitare qualche consultorio per tastare con mano l’impegno degli operatori sanitari e gli aspetti psicologici e sociali di chi sceglie di abortire dopo esperienze di violenze, solitudine, povertà economica o culturale», proseguono le esponenti del Pd.
«Detto questo, tenendo assolutamente conto dell’inviolabile libertà di scelta della donna, anche l’attività di prevenzione prevista dalla Legge 194 ricopre un ruolo importante ed efficace, su cui occorre investire sempre più risorse economiche e umane. I recenti dati forniti a livello regionale attestano un calo di ricorso all’aborto tra giovanissime e minorenni dall’8 percento del 2006 al 4 percento del 2016. Sempre secondo queste statistiche, che ci auguriamo vengano lette con attenzione dai due leghisti, il calo di aborti ha riguardato anche le donne straniere».
«Invece di farsi fotografare di fronte a un camion “Pro Vita” con l’immagine di un feto che chiede di non essere ucciso, farebbero meglio a occuparsi del corretto funzionamento della macchina pubblica e del rispetto della dignità della donna. È preoccupante che, ancora oggi, negli ospedali sette medici su dieci siano obiettori di coscienza, compromettendo i principi della norma. Abbiamo bisogno dell’applicazione totale della Legge 194 soprattutto negli aspetti della corretta informazione e della prevenzione. Purtroppo, i membri di questa Giunta ci hanno abituato a cadute di stile imbarazzanti, di fronte alle quali il sindaco tace».