«Le esternazioni del premier Gentiloni, che millanta un’immaginaria e straordinaria crescita, offendono chi sta attraversando la crisi italiana. La disoccupazione giovanile sta crescendo, i ragazzi e le ragazze del Paese non riescono a pensare al domani. È una situazione di estrema gravità». La Segreteria provinciale della Lega Nord commenta così le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, che ha rivendicato i “risultati positivi” che starebbero ottenendo le misure a favore delle imprese e ha sottolineato lo “sviluppo dell’Italia oltre le previsioni” e “le conseguenze positive della ripresa economica in termini sociali” con “oltre tre milioni di positi di lavoro recuperati negli ultimi tre anni”.
«È in atto una massiccia propaganda mediatica che sta falsando lo stato reale del Paese, a livelli preoccupanti di competitività e lavoro» attacca il Carroccio. «La disoccupazione giovanile, mentre nella zona euro rimane stabile, in Italia sale in modo consistente: a luglio si attesta al 35,5%, secondo i dati Istat, in crescita di 0,3 punti da giugno. La disoccupazione generale, invece, ammonta circa all’11,3%. Inoltre, uno studio della Fondazione di Vittorio – che ha provato a riclassificare il numero dei cittadini senza impiego con criteri diversi da quelli normalmente utilizzati – evidenzia al conteggio un’ulteriore aggiunta di 2 milioni di disoccupati “invisibili” alle statistiche».
«La pressione fiscale è ancora troppo alta: le imposte arrivano ad assorbire oltre il 40% degli sforzi dei cittadini. La Società italiana di economia pubblica ha illustrato che, se un professionista (imprenditore, artigiano o commerciante) con moglie e due figli a carico guadagna più di 80mila euro lordi l’anno, ad oggi lo Stato gli porterà via più del 50% del proprio reddito tra Irpef e contributi. Solo un mese fa, un imprenditore di 61 anni del settore metalmeccanico si è suicidato nella sua azienda nella zona di Umbertide lasciando un biglietto nel quale spiegava di averlo fatto non riuscendo più a pagare gli stipendi ai suoi operai», ricorda la Lega Nord, che – riprendendo una rilevazione dell’ufficio studi della Cgia – afferma che «l’Italia tornerà ai livelli pre-crisi del 2007 solo nel 2024. Tutto ciò, però, Gentiloni e le altre forze di governo non lo dicono».