“Un tavolo istituzionale per l’attivazione degli ammortizzatori sociali consentiti dalla legge per poter mettere in campo tutte le tutele necessarie”. Questo hanno chiesto i sindacati ai vertici di Assa Abloy, l’azienda a cui appartiene la Gardesa di Cortemaggiore. All’interno della ditta magiostrina, infatti, sono sorti timori legati al destino di una decina di lavoratori. Si parlerebbe di 12 unità in tutto, a rischio a causa di una riorganizzazione dell’azienda: il magazzino che potrebbe essere ceduto a un’altra ditta e macchinari tecnologici di ultima generazione che potrebbero rendere obsoleta parte della manodopera. A tal proposito, ieri le RSU hanno incontrato la dirigenza chiedendo di far luce sulla questione.
“Nei giorni scorsi l’azienda Assa Abloy ha comunicato alle R.S.U. e alle organizzazioni sindacali l’intenzione di voler procedere ad una riorganizzazione aziendale che prevederebbe un esubero di personale. Ieri, mercoledì 8 novembre, si è svolta l’assemblea con i lavoratori dalla quale è emersa una forte preoccupazione in merito alle possibili ricadute occupazionali previste dal piano. Più in generale, abbiamo di fronte un quadro di grande attualità e cioè che investimenti e innovazione necessarie alle aziende per essere competitive rischiano di provocare pesanti ricadute sociali” scrivono Fiom Cgil e Fim Cisl.
“Alla luce di quanto emerso, le organizzazioni sindacali ritengono prioritario affrontare le ragioni di tale situazione e attenuare gli effetti negativi del piano di riorganizzazione sull’occupazione. A tal fine abbiamo già richiesto un tavolo istituzionale per l’attivazione degli ammortizzatori sociali consentiti dalla legge per poter mettere in campo tutte le tutele necessarie”.