Lavorare come apprendista e al tempo stesso diplomarsi alle superiori, via libera dalla Regione

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Conseguire un diploma di scuola superiore lavorando con un contratto di lavoro di apprendistato, alternando periodi di 6/7 settimane di studio a scuola e periodi di 4/5 settimane in azienda per applicare in concreto quanto appreso sui banchi. La Giunta regionale ha approvato la delibera che dà piena attuazione all’apprendistato per il diploma di istruzione secondaria superiore, dopo aver valutato positivamente la sperimentazione attivata per l’anno scolastico 2016/2017 in due istituti scolastici in regione, l’Alberghetti di Imola e il Gadda di Fornovo (Pr), come prima attuazione di quanto sottoscritto dal Protocollo d’intesa tra Regione Emilia-Romagna, Ufficio Scolastico Regionale, Università, Fondazioni ITS e Parti Sociali a luglio dello scorso anno.

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Da ora in poi tutti gli istituti superiori dell’Emilia-Romagna avranno questa opportunità, che si rivolge tuttavia, in modo prioritario, agli istituti tecnici e professionali e ai ragazzi che rischiano di abbandonare gli studi, con l’obiettivo di dare loro l’opportunità di rientrare in un percorso scolastico e permettergli di conseguire la qualifica professionale o il diploma. Un primo gruppo di studenti ha già affrontato a luglio scorso l’esame di maturità, dimostrando di avere acquisito un buon livello di preparazione.

“Come avevamo scritto nel Patto per il lavoro, vogliamo sempre più lavorare in forte integrazione tra scuola e imprese- spiega l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro, Patrizio Bianchi-. Questa esperienza è stata realizzata grazie a scuole in grado di dialogare con le imprese e di costruire percorsi così innovativi, e ad imprese con una marcia in più capaci di diventare anche un luogo educativo. Crediamo che questa nostra sperimentazione debba essere diffusa in tutta la regione e messa a disposizione come modello anche a livello nazionale”.

“Gli esiti del primo anno di sperimentazione sono positivi, come documentato dagli scrutini di fine anno per l’ammissione alla classe quinta e dai voti degli studenti-apprendisti che hanno superato l’esame di Stato, sostenuto nelle stesse forme e con le stesse prove degli altri studenti– dichiara il direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, Stefano Versari-. La ricaduta positiva dell’esperienza ha riguardato anche il personale docente delle scuole coinvolte, che ha avviato significative innovazioni nella progettazione didattica dell’intero istituto. Sono state sperimentate procedure organizzative e realizzati strumenti di valutazione che saranno utili anche per la realizzazione dei percorsi di alternanza. Appositi fondi MIUR sono stati utilizzati proprio per modellizzare l’esperienza, a beneficio anche di tutte le altre scuole superiori”.

L’apprendistato è un contratto di lavoro in cui il datore di lavoro è tenuto ad erogare al lavoratore non solo la retribuzione ma anche la formazione necessaria all’acquisizione delle competenze professionali, e le ore di formazione possono essere svolte dall’apprendista all’interno o all’esterno dell’azienda.

Nell’apprendistato per il diploma di istruzione secondaria superiore la parte formativa è finalizzata a conseguire il diploma di scuola superiore. Destinatari principali sono i giovani iscritti al II, III, IV e V anno dei percorsi di istruzione secondaria superiore, ma può essere utilizzato anche nell’ambito dei percorsi di istruzione degli adulti.
Per gli iscritti al secondo anno la formazione deve essere svolta per il 70% a scuola e per il 30% in azienda, mentre per gli iscritti al terzo, quarto e quinto anno la formazione è ripartita al 65% a scuola e per il 35% sul luogo di lavoro. L’organizzazione didattica dei percorsi di formazione in apprendistato è concordata insieme dalla scuola e dal datore di lavoro, e le attività di formazione interna ed esterna si integrano per raggiungere i risultati di apprendimento previsti dai programmi scolastici ordinamentali.

La durata del contratto non può essere inferiore a 6 mesi né superiore a 4 anni e può essere prorogata fino a un anno nel caso in cui, al termine del percorso formativo, l’apprendista non abbia conseguito il diploma di istruzione secondaria superiore.

La sperimentazione avviata in Emilia-Romagna
Nell’anno scolastico 2016/2017 sono stati coinvolti da questa prima esperienza l’Istituto Alberghetti di Imola e l’Istituto Gadda di Fornovo di Taro (Pr). Le esperienze dei due istituti pilota sono state presentate in Regione nel corso di un seminario rivolto agli insegnanti che nelle scuole superiori dell’Emilia-Romagna svolgono il ruolo di tutor per l’alternanza scuola-lavoro, per condividere i processi e divulgare questa attività alle altre scuole.
In questa prima fase l’apprendistato per il diploma di istruzione secondaria superiore ha riguardato gli allievi di intere classi (ammessi in IV o in V) che avevano manifestato la disponibilità a conseguire il titolo in apprendistato.
All’Alberghetti di Imola nell’anno scolastico 2016/17 ha riguardato 19 ragazzi di quarta e 16 ragazzi di quinta e ha coinvolto 16 aziende. Per l’anno scolastico in corso, 2017/18, le aziende coinvolte sono diventate 33 e l’iniziativa riguarderà 16 ragazzi di quinta, 46 ragazzi di quarta e 7 ragazzi di seconda, ragazzi a rischio di dispersione con l’obiettivo ricreare la motivazione allo studio e far loro conseguire la qualifica professionale triennale. La delibera della Regione prevede anche infatti, in via sperimentale, la possibilità di inserire giovani assunti con contratto di apprendistato in classi non costituite da soli giovani apprendisti, una modalità che permette di intervenire in una logica di contrasto alla dispersione scolastica con interventi personalizzati.
All’ Istituto Gadda di Fornovo (Pr) nell’anno scolastico 2016/17 la sperimentazione ha riguardato 18 ragazzi di quarta assunti in 8 imprese, mentre per l’anno scolastico 2017/18 l’esperienza coinvolge 10 ragazzi di quarta e 16 di quinta.

Come si è svolta
E’ stato progettato un calendario di alternanza tra la parte formativa di studio e di approfondimento a scuola, tra la parte formativa in azienda e la parte lavorativa, sempre in azienda. Si tratta di un modello che ha alternato blocchi di 4/5 settimane in azienda a periodi di 6/7 settimane a scuola. Le attività didattiche interne ed esterne sono state progettate dalla scuola e condivise con le aziende, strutturandole per ambiti tematici e obiettivi di apprendimento, descritte nel Patto Formativo Individuale, sottoscritto dalla scuola, che resta il garante del percorso di apprendimento in vista dell’esame di diploma, dallo studente e dall’azienda. Il tutor scolastico e il tutor aziendale hanno monitorato costantemente il percorso, per gli adattamenti necessari e per valutare e certificare gli esiti di apprendimento e le competenze acquisite. Il modello di Patto formativo adottato descrive, nella parte didattica, i risultati di apprendimento da conseguire, e quanto tempo per ogni ambito di apprendimento è previsto si utilizzi a scuola, quanto in impresa. Una seconda parte descrive le competenze attese al termine del percorso scolastico quinquennale. La valutazione degli apprendimenti conseguiti viene effettuata dal consiglio di classe, anche sulla base di una osservazione dei comportamenti e delle competenze acquisite in situazione da parte del tutor aziendale.
Un primo gruppo di studenti ha già affrontato nel luglio del 2017 l’esame di maturità, dimostrando di avere acquisito un buon livello di preparazione e di aver raggiunto un livello di autonomia e responsabilità che l’esperienza in ambito aziendale ha contribuito a consolidare.