Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato Stampa con la risposta della parlamentare Elena Murelli alla nota della Cgil di Piacenza.
«Non chiedo scusa a nessuno. Sono anni che la Cgil prende posizioni politiche e la stessa segretaria generale, Susanna Camusso, ne traccia la linea». E’ la replica della deputata della Lega, Elena Murelli, alle accuse della Cgil di Piacenza relative a due post su Facebook, dopo la notizia dell’apertura di uno sportello del sindacato a Tunisi.
Murelli spiega che «la mia era sicuramente una battuta certo provocatoria (non una proposta quella di “chiudere la Cgil”!) in risposta allo stesso segretario della Camera del Lavoro di Piacenza, Gianluca Zilocchi, quando è intervenuto sullo stallo della nave della Guardia Costiera Diciotti, ferma al porto di Catania. Ogni giorno la sinistra di questo Paese riversa sul Governo Conte accuse di fascismo, razzismo e nazismo e lo taccia di essere antidemocratico, di attentare alle libertà civili, sociali ed economiche degli italiani. Non mi sembra che nessuno di noi pretenda le scuse né si stracci le vesti paventando fascismo e dittatura».
La deputata prosegue: «Se il segretario cittadino si è sentito offeso, un velo di verità ci sarà. Non capisco, altrimenti, queste prese di posizione della Cgil sui migranti quando invece dovrebbe pensare ai lavoratori italiani. Lo stesso Zilocchi non ha altro da fare a Piacenza? E’ tutto a posto nella sua sede? Se ci sono problemi seri, possiamo parlarne e collaborare».
Murelli scandisce che «la mia non è una posizione diversa dal mio Governo. Infatti, anche il mio segretario federale, nonché ministro degli Interni, Matteo Salvini, ha ben replicato anche lui alla notizia della Cgil che ha aperto uno sportello a Tunisi per dare un servizio ai migranti, per combattere le illegalità e dare un servizio per una migrazione consapevole. Ma quali sono i servizi per gli italiani? Abbiamo veramente bisogno di altri lavoratori stranieri?. Non capisco perché la Cgil non si sia coordinata col Governo, visti i cambiamenti in atto e le trattative per gli hotspot».