Anche il nord Italia e il territorio piacentino sono stati raggiunti dalla cosiddetta nube tossica a base di Rutenio 106, nube registrata in Italia il 2 ottobre scorso dal laboratorio di radioattività ambientale di Milano e la cui origine non è ancora stata chiarita. In realtà i sospetti riguardano la zona degli Urali e della Russia in particolare, zona nella quale potrebbe essersi verificata una fuga radioattiva di questo gas. Secondo il sito web Greenreport.it, sarebbero arrivate conferme in merito: Rosidromet, il servizio meteorologico russo, pare abbia ammesso di aver misurato negli Urali l’inquinamento da rutenio 106 a quasi 1.000 volte sopra i livelli normali. Si tratta della prima ammissione da parte del governo russo che però non conferma eventuali incidenti o guasti in stabilimenti nucleari.
La presenza del Rutenio 106 è stata rilevata dalle stazioni di Arpae nel periodo dall’1 al 4 di ottobre, dopodiché della sostanza radioattiva non è più stata registrata traccia. Anche in quei giorni, comunque, i livelli del radionuclide erano pari a circa 10 microbecquerel per metro cubo, non sufficiente per causare danni alla salute umana.