Storicamente, uno dei momenti di discussione più attesi del sindacato. Il congresso delle “tute blu” per antonomasia, ossia quello della Fiom Cgil, è stato un momento di dibattito approfondito su criticità, prospettive e opportunità dell’industria piacentina – visti dagli occhi delle decine di delegati di fabbrica che in sala Mandela, in Camera del Lavoro, alla fine dei lavori hanno confermato Marco Carini come segretario generale provinciale. Accanto a lui un “istituzione” del sindacato come Alberto Monti, presidente del Comitato Centrale della Fiom nazionale.
Attrattività del territorio piacentino per l’industria manifatturiera, la crisi e la (debole) ripresa di comparti “mastondontici” in termini di occupati e fatturato come l’Oil&Gas, e l’attacco – negli anni di crisi economica – ai diritti del lavoro, con stravolgimenti del mercato per i quali il “lavoro povero” e “precario” hanno superato i cancelli delle fabbriche. Questi i punti cardinali della discussione che ha preso le mosse dalla relazione del segretario Carini.
“E’ fondamentale per tutto il territorio sostenere con determinazione il ruolo di Piacenza città della manifattura – ha esortato Carini -. Insediamenti industriali di tipo primario sostengono e stimolano una crescita che si riverbera negli altri settori strategici, come quello terziario e dei servizi. Per questo è necessario che il territorio sia pronto ad accogliere le attività manifatturiere.
Occorre, inoltre, superare un fenomeno di “nanismo industriale”: da un lato, le piccole aziende sono quelle che hanno pagato il prezzo più alto della crisi, e – dall’altro – oggi si confrontano in un mercato globale in cui queste piccole dimensioni non aiutano. Non vogliamo assistere a una Regione a due velocità: il ruolo di Piacenza nell’industria italiana va consolidato all’interno della “locomotiva” rappresentata dal nostro territorio regionale. Servono investimenti in termini di attrattività, come avviene nei distretti più evoluti emiliani, per non restare indietro”. In un contesto così delicato, dal Congresso dela Fiom piacentina è parso evidente come la formazione dei delegati di fabbrica e la loro crescita in termini di competenze e autonomia sia una strada obbligata. “Tutele individuali e collettive: con il supporto delle strutture della Camera del lavoro proseguiranno i percorsi dedicati ai temi della contrattazione, della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”.