La crisi dell’artigianato non conosce fine, in un anno perse 129 imprese

Artigianato

Il comparto dell’artigianato sta soffrendo gli effetti di una crisi prolungata e che non conosce soste, che produce effetti anche sulla consistenza dello stock di imprese. Fatto pari a 100 il numero di imprese artigiane registrate a Piacenza a fine 2010, il numero indice a   fine 2016 è pari a 89,4. La fotografia delle economie circostanti non segnala situazioni profondamente differenziate: la provincia che sembra aver retto di più è Pavia (numero indice pari a 91,7), quella al contrario che segnala la perdita maggiore è Lodi (84,8). Nel solo 2016 la riduzione di imprese artigiane registrate è stata dell’1,5% che in termini numerici assoluti equivale ad una perdita di 129 imprese.

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Costruzioni, manifatture e trasporti sono i settori nei quali la riduzione assoluta è più importante: nel solo comparto edilizio sono 99 in meno le imprese registrate. Due invece gli ambiti che si distinguono per risultato positivo, entrambi nei servizi (altre attività dei servizi: +22 aziende e servizi alle imprese: +19 aziende).

Le iscrizioni che sono state perfezionate nel corso del 2016 sono state 486 ma le cessazioni sono arrivate a quota 615: l’effetto dei due flussi ha portato a determinare la nuova popolazione di imprese artigiane che consta di 8.302 soggetti, il 27,7% delle imprese registrate a Piacenza. L’incidenza delle imprese artigiane è, a Piacenza, in linea con quanto si osserva a Parma mentre a Reggio Emilia gli artigiani sono una quota vicina al 35% delle imprese registrate.

Imprese artigiane: incidenza per settore, confronto Piacenza, Parma e Reggio Emilia

Le tre province che costituiranno la Camera di commercio dell’Emilia si distinguono oltre che per incidenza complessiva del comparto artigiano anche per peso dei singoli settori. Soffermandosi solo sugli ambiti più significativi emerge come a Parma sia più rappresentato l’artigianato manifatturiero e a Reggio Emilia quello edile. Piacenza invece ha una incidenza più alta di imprese artigiane operanti nel comparto dei servizi: rappresentano infatti il 34,2% del totale dello stock (contro il 32,4% di Parma ed il 27,5% di Reggio Emilia).

Il 77,4% delle imprese artigiane è costituito in forma di ditta individuale, il 75% delle quali è retto da un titolare italiano. Sono 1.598 le ditte individuali il cui titolare non risulta nato in Italia. Se il numero di ditte individuali è calato, nell’ultimo anno, di 100 unità, quello delle ditte a titolarità italiana è calato di 108 unità: segnale di una spinta positiva generata dalle imprese con titolare straniero.

Tra il 2015 ed il 2016 è calato il numero delle persone più giovani aventi cariche in imprese artigiane: nel 2015 quelle con meno di 49 anni erano pari a 5.826, nel 2016 questo numero si è ridotto di 298 unità. Per contro è aumentato di 90 unità il numero di persone con 50 anni e più.