Ribadire la necessità di tenere vivi i valori della nostra Costituzione antifascista e della Resistenza. Lo chiedono in Aula i consiglieri del Partito democratico, di Sinistra italiana e Misto-Mdp in una risoluzione, approvata con 26 voti a favore e 7 contrari, che “nasce dall’amara presa d’atto che anche nella nostra regione sono tornate a diffondersi iniziative e fenomeni di tipo nazi-fascista che usano simboli, lessico e atteggiamenti che furono alla base del fascismo storico”. A illustrare i punti della risoluzione Manuela Rontini (Pd): “Vogliamo condannare i recenti episodi di razzismo e gli atti vandalici su monumenti storici e cippi – per questo chiediamo di stigmatizzare tutti i comportamenti e gli atti che richiamano il fascismo e di non concedere spazi, patrocini o contributi a chi non rispetta i valori della Costituzione – e lo facciamo proprio vicino a un anniversario importante, quello del 25 aprile, la nostra Liberazione”.
Dai banchi della destra si levano però critiche nei confronti di un atto che viene definito “inutile”, “privo di senso” e “anacronistico”. Giancarlo Tagliaferri, nuovo consigliere di Fratelli d’Italia, condivide la condanna di episodi violenti ma chiede di “riportare l’attenzione su altri fenomeni più gravi e delittuosi come il fondamentalismo islamico”. “Questa risoluzione non dice nulla di quanto già non dica la legge” sottolinea Massimiliano Pompignoli (Lega Nord) che afferma di non scorgere alcun pericolo “di avanzate fasciste”. E se davvero ci fossero episodi intimidatori di questo tipo, “sarebbe il caso di denunciarli invece di presentare una risoluzione”, aggiunge Stefano Bargi (Ln).
Il leghista Matteo Rancan invita a non generalizzare i termini e ricorda il recente episodio di cronaca a Piacenza dove “alcuni che si proclamavano antifascisti hanno picchiato un poliziotto”, mentre Gabriele Delmonte sottolinea che la risoluzione sarebbe comunque un documento di “difficile applicazione”. Interviene anche il nuovo consigliere di Forza Italia, Andrea Galli, che nel ribadire la necessità di “politiche concrete”, propone otto emendamenti dove si chiede di aggiungere alla parola “fascismo”, anche “comunismo”.
Gli emendamenti vengono però respinti. Accolti invece i tre emendamenti proposti dal Movimento 5 stelle. “Non si può negare che il problema esista e vada affrontato,” afferma Andrea Bertani (M5s) discostandosi dalle dichiarazioni di Lega, Fdi e Forza Italia, “tuttavia il tema viene spesso usato in maniera divisiva per provocare schieramenti” aggiunge il pentastellato. Gli emendamenti, infatti, che vanno ad arricchire la risoluzione, chiedono il coinvolgimento di scuole ed enti “per riconoscere e tenere viva la memoria in maniera unitaria”. L’obiettivo, come spiega Bertani, è quello di “sviluppare una cittadinanza attiva”. Intervengono anche i consiglieri di Sinistra Italiana. Igor Taruffi ricorda che “queste discussioni si fanno e si continuano a fare proprio perché tutte le volte che si parla di antifascismo c’è ambiguità. Ma tutti si dovrebbero riconoscere in quest’atto, dato che la storia parla per noi”. E Yuri Torri aggiunge: “Non stiamo perdendo tempo ma abbiamo perso un’occasione. L’antifascismo non è una questione elettorale ed è un tema che non può essere trattato con superficialità”. Silvia Prodi (Misto-Mdp) condanna la parola “inutile” usata per definire l’atto. “Inutile è chi non ha principi o ideali. Quando si rivivono le esperienze fasciste, come nel recente caso di Macerata, ha senso parlarne. Un ideale fondante è proprio quello dell’antifascismo”. Si inserisce nel dibattito anche Stefano Caliandro (Pd) che ricorda come nessuna politica “concreta” possa essere definita tale senza la democrazia che la sostenga. “Non costruiamo strade e ponti se non difendiamo ogni giorno i principi della nostra Costituzione con il dialogo”.