Invisibili e infallibili, autori di decine di furti in provincia: otto arresti, sgominata la banda di “Dracula” – FOTO, VIDEO e AUDIO

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Non c’era inferriata o cassaforte che potesse resistere. Adottavano sistemi in grado di renderli praticamente invisibili e impossibili da rintracciare. I carabinieri hanno dovuto ricorrere a tutte le loro risorse e al loro impegno per riuscire a mettersi sulle loro tracce. Alla fine la banda, composta da veri professionisti del furto, è stata sgominata: otto arresti, due tuttora ricercati. L’organizzazione era guidata da un albanese di 33 anni, Shkelzen Avram, soprannominato “Dracula”, e due italiani, Ivano Stefani di 56 anni e Cesare Chiappini di 61 anni. Nella pratica i due italiani fungevano da basisti, individuavano gli obiettivi e intercedevano con alcuni contatti in provincia di Milano in grado di rivendere subito la merce rubata. L’albanese, invece, guidava le spedizioni, potendo contare su almeno sette complici insieme ai quali compiva materialmente i furti: in manette sono anche finiti Federik Shtjefni di 35 anni, Altin Doda di 33 anni, Aleksander Mhillaj di 27 anni, Altin Murati di 41 anni e Sorin Marius Enescu di 30 anni. Tutti albanesi tranne l’ultimo, rumeno.

Il gruppo aveva individuato come base una cascina tra le campagne di Podenzano, struttura nella quale i malviventi nascondevano la refurtiva subito dopo i colpi. La merce rubata, però, restava nella cascina per pochissimo tempo: i due italiani, infatti, la spostavano a Milano dove complici riuscivano subito a rivenderla. Sono 15 i furti accertati, commessi in pochi mesi, da giugno a dicembre 2016. In particolare venivano prese di mira abitazioni e locali di Podenzano, ma non solo. I colpi potrebbero essere molti di più, commessi anche a Piacenza e nelle province di Bergamo e Brescia. Veri professionisti si diceva. La banda in effetti adottava qualsiasi precauzione. Essendo in tanti, i ladri entravano in azione a rotazione, in modo da non destare sospetti durante i sopralluoghi. Avevano a disposizione numerose vetture intestate a prestanome e in questo modo si potevano permettere di cambiare mezzo di trasporto ad ogni colpo rendendo inutile la visione delle telecamere stradali o l’eventuale appunto di un numero di targa da parte di possibili residenti. Chi entrava in azione si muniva di walkie talkie e lasciava a casa il telefono cellulare per non lasciare alcuna traccia. Dopo il colpo, l’autista di turno attendeva i complici lontano dall’abitazione appena svaligiata in modo da confondere ancora di più eventuali testimoni. Insomma, veri e propri fantasmi, da qui il nome dell’operazione “Ghost”. Proprio nel 2016, però, i residenti di Podenzano hanno iniziato a lamentare un’escalation di furti innaturale che ha spinto i carabinieri a sospettare la presenza di una banda radicata sul territorio. “Sono iniziate indagini difficilissime – spiega il comandante provinciale dell’Arma, Corrado Scattaretico – individuare i primi sospetti è stato davvero complicato. Alla fine però ci siamo riusciti e abbiamo iniziato con intercettazioni telefoniche nel tentativo di seguire i loro movimenti. Pedinamenti al buio tra le campagne, appostamenti. Un’impiego di energie notevole fino a quando li abbiamo scovati”.

“Una banda pericolosissima e che difficilmente falliva – spiega il procuratore capo, Salvatore Cappelleri – ogni notte compivano un furto o un sopralluogo per scegliere il prossimo obiettivo. Era il loro mestiere e lo svolgevano molto bene: erano in grado di tagliare qualsiasi tipo di inferriata e aprire qualsiasi tipologia di cassaforte. Per quanto riguarda i furti di cui abbiamo prova, abbiamo stimato un totale di un milione di euro di danni arrecati alle vittime”.

Ora gli otto arrestati sono accusati di furto, ricettazione e associazione a delinquere. Non solo: durante le indagini sono emersi anche episodi legati allo spaccio di sostanze stupefacenti (nella fattispecie cocaina) e sfruttamento della prostituzione e anche di questi reati dovranno rispondere.