La Giunta regionale ha definito con la Regione Liguria i contenuti e le procedure per il rinnovo della concessione, ormai scaduta, dell’invaso del Brugneto per uso idroelettrico? Lo chiede Tommaso Foti (Fdi-An) in un’interpellanza, dove ricorda che l’Assemblea legislativa ha approvato all’unanimità, il 12 aprile 2016, una risoluzione a propria firma dove si sollecitava la messa a punto del necessario accordo interregionale.
“La concessione dell’invaso del Brugneto, con scadenza nel 2024 per l’uso idropotabile – spiega il consigliere – include l’impegno a far defluire in alveo 2,5 milioni di metri cubi di acqua nel periodo dal 16 maggio al 15 settembre di ogni anno”.
“A causa delle ricadute della diga sull’andamento delle portate del fiume Trebbia, di cui il torrente Brugneto è affluente, – aggiunge – il disciplinare di concessione, e in particolare il disciplinare suppletivo, approvato con decreto interministeriale del 15 ottobre 1990, impone tuttavia condizioni di esercizio della diga che tutelino i diritti pregressi delle utenze irrigue piacentine”.
“Dal 1990 a oggi, infatti, – segnala Foti – i cambiamenti climatici e il maggiore utilizzo hanno modificato la disponibilità della risorsa del bacino del Trebbia, tanto da causare criticità per l’irrigazione delle colture agricole della valle nel territorio piacentino”.
Il 12 luglio 2013 – riferisce ancora l’esponente di Fdi – è stata poi stipulata una convenzione tra le Regioni Emilia-Romagna e Liguria e la Società Mediterranea delle Acque Spa, la società incaricata dal Comune di Genova ad attuare il rilascio delle acque dall’invaso, che avrebbe dato avvio a una sperimentazione con l’obiettivo di “definire congiuntamente le modalità di gestione sostenibile della risorsa idrica”. Foti vuole quindi sapere se siano in corso confronti con gli altri sottoscrittori per il rinnovo di questa convenzione, ormai anch’essa scaduta, e, in questo caso, se non si ritenga “equo” che la decisione sul deflusso supplementare di acqua sia preceduta da una valutazione congiunta da parte delle due Regioni coinvolte e del Comune di Genova, così come si auspicava nella risoluzione approvata all’unanimità. Il consigliere, infine, domanda quali argomentazioni siano state sviluppate su questo tema e quali eventuali soluzioni siano state prospettate in occasione del processo di partecipazione relativo al “contratto di Fiume Trebbia”.