Riceviamo e pubblichiamo la nota dello scrittore Pino De Rosa, autore del volume “Strà finalmente la verità”.
Avendo appreso da alcuni organi di stampa che domenica prossima presso il santuario delle vittime di Strà si dice messa e si parla del tragico eccidio del 30 luglio del 1944, ritengo opportuno un commento ed esprimere qualche perplessità, in ragione del lavoro racchiuso nella mia ultima pubblicazione “Strà finalmente la verità”. Ho già provveduto a mettermi in contatto con i sacerdoti coinvolti nell’iniziativa per invitarli a considerare essi stessi e pertanto condizionare l’intera iniziativa alla luce dei fatti storici così come meglio precisati e cioè a considerare che vi fu un’altra vittima oltre a quelle note finora che riteniamo debba avere il rispetto che la morte impone. Non discuto, non obietto e non mi scandalizzo del fatto che su un avvenimento storico controverso vi sia un’iniziativa così unilaterale e chiaramente improntata ad una esposizione dei fatti omissiva e strumentale. Mi chiedo che parere abbiano coloro che invocano contradditori, rispetto ai quali rimango sempre disponibile, quando presento il mio libro in giro di fronte ad una iniziativa che da quanto letto sulla stampa e sulla locandina di presentazione rischia seriamente di essere catalogata nella “fantastoria” tra “odi per la razza (citiamo testualmente) italiana e atlanti per le stragi”.
Vedremo se ci sarà la possibilità di intervenire nel dibattito (alle mie presentazioni è stato sempre possibile) e se tra i presenti troveremo almeno qualcuno di quelli che hanno più volte criticato la pubblicazione della mia ricerca storica perché avrebbe interrotto il rispettoso silenzioso che vorrebbe la gente della valle.
In realtà ho sempre pensato che si volesse assoggettare anche il silenzio alle visioni di parte e al tentativo di perseverare nell’operazione di negazione della verità.