Visto il tema è il caso di dirlo: siamo sulla “buona strada”, ma ancora ci sono dei passi da fare in tema di sicurezza stradale in Emilia-Romagna. Lo conferma in Commissione territorio ambiente mobilità, presieduta da Manuela Rontini, Mauro Sorbi, direttore dell’Osservatorio per l’educazione alla sicurezza stradale che si occupa del rispetto delle regole e promuove azioni per la mobilità sicura. “Abbiamo raggiunto l’obiettivo posto dal Libro bianco della Commissione europea del 2001 di ridurre del 50% la mortalità stradale entro il 2010 passando da 813 a 401 decessi, e il trend continua ad essere in discesa, però non è ancora in linea con l’obiettivo europeo del 2020: l’ulteriore dimezzamento di incidenti mortali”, spiega Sorbi. I dati. I dati Istat presentati dall’Osservatorio si fermano al 2015 registrando nella nostra regione 17.385 incidenti, 326 morti e 23.788 feriti.
Un costo sociale che si attesta sui 379 euro pro-capite, in diminuzione, ma tra i più elevati in Italia -siamo secondi solo alla Toscana e sopra alla media nazionale. Gli incidenti coinvolgono maggiormente uomini rispetto a donne, sempre più pedoni, avvengono nei giorni e nelle ore dove gli spostamenti casa-lavoro sono più frequenti, nelle strade urbane e l’indice di mortalità è elevato, soprattutto per quelli notturni. Sorbi, nonostante i dati non siano ancora aggiornati, conferma a Manuela Rontini che la legge sul reato di omicidio stradale, introdotta lo scorso anno, ha in parte funzionato come deterrente sia in Italia che in Emilia-Romagna, ma c’è bisogno di un’attenzione ancora maggiore.
Distrazione e alcol. Tra le principali cause, distrazione e abuso di alcol. Infatti, anche se in base ai dati Istat “accertati” solo il 20% degli incidenti è imputabile alla guida distratta, in realtà la percentuale sale al 75% secondi i dati “probabili” forniti da Aci. L’uso del cellulare, non solo alla guida ma anche da parte degli altri utenti della strada, è sicuramente uno dei fattori di distrazione, insieme a quello di altri dispositivi come il navigatore. Lia Montalti (Pd) interviene sottolineando che “spesso sono gli stessi guidatori a sottovalutare il rischio di questo comportamento”, mentre Massimo Iotti (Pd) sollecita un più rigoroso controllo del Codice della strada. “Bisognerebbe che nelle nuove auto il dispositivo vocale diventi obbligatorio” suggerisce. Sorbi spiega le difficoltà delle Forze dell’ordine ad applicare le sanzioni già previste e annuncia che presto il Codice della strada dovrebbe cambiare, prevedendo il ritiro della patente da uno a tre mesi a chi usa il cellulare. Campagne. Dal punto di vista comunicativo, Sorbi pone l’accento sul coinvolgimento degli studenti, più di 140mila, grazie alla collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e sui corsi rivolti agli istruttori nelle autoscuole, mirati a sensibilizzare sui pericoli legati alla guida in stato d’ebbrezza (la prima causa di morte tra i giovani fino a 24 anni). Nelle scuole alcune campagne lanciate con grande successo sono “Carabiniere per un giorno” e “Tir Crash Test simulation”. Tra le altre campagne informative promosse dall’Osservatorio, “Incroci di vita” indirizzato agli utenti più deboli della strada – ciclisti, pedoni, anziani, “Liberi di guidare sempre” che propone corsi agli over 65 (fascia d’età più colpita da mortalità negli incidenti stradali), “Col casco non ci casco” per i giovani ciclisti, “Sicuri e rispettati” per gli spazi di sosta riservati ai disabili, e “Siamo nati per camminare” per ricordare ai bambini che i piedi sono il mezzo di locomozione più semplice e anche quello più sicuro e salutare. Lia Montalti (Pd) ricorda il successo della campagna Pedibus per accompagnare i bambini delle elementari a scuola a piedi e diminuire “la presenza sconsiderata di auto”. Successo raggiunto soprattutto nei Comuni più piccoli perché, come conferma Sorbi, spesso nelle città più grandi i genitori hanno paura a lasciare attraversare la strada ai figli. “Bisogna insistere su questi percorsi spronando sempre di più la partecipazione delle famiglie”, incoraggia Montalti, “spesso i bambini vengono lasciati privi di un’educazione stradale fino ai 13 anni quando gli si regala il motorino. E’ invece importante che anche i genitori capiscano che la sicurezza stradale passa attraverso diversi step: facciamo crescere insieme cittadini consapevoli”. (Francesca Mezzadri)