Come si può dimenticare, o almeno alleviare, l’ansia e le sofferenze che crea un terremoto dentro alla mente di un bambino? Lo hanno spiegato oggi presso il palazzo della Provincia di Piacenza i responsabili nazionali e regionali di Anpas, al convegno “IL TERREMOTO CON GLI OCCHI DI UN BAMBINO”, al quale hanno partecipato circa sessanta ragazzi delle scuole superiori di Piacenza. Dopo i saluti iniziali di Paola De Micheli, Sottosegretario all’Economia con delega per il terremoto, e quelli di Paola Gazzolo, Assessore Regionale alla Protezione Civile, che ha ricordato l’impegno della colonna mobile nazionale durante il terremoto dell’Emilia “che ha dato un apporto fondamentale a un territorio colpito nel cuore come mai prima d’ora” ha preso la parola Carmine Lizza. Il Responsabile Nazionale, insieme a Egidio Pelagatti, ha illustrato quali sono i ruoli del volontariato all’interno di un sistema complesso come quello di Protezione Civile, soprattutto durante la gestione di emergenze di ampio raggio come i terremoti o le alluvioni.
“All’inizio il compito dei nostri volontari è quello di portare soccorso insieme alle forze dell’ordine e al 118. Successivamente la gestione dell’emergenza passa su un altro piano. Molto spesso si parla di ricostruzione, non solo dal punto di vista degli edifici, ma delle comunità. Purtroppo questo non può avvenire. Se gli edifici si creano come nuovi, le comunità subiscono durissimi colpi, a volte non più risanabili, è più facile costruire un palazzo che una rete di persone”. E’ per questo che Anpas, già dal terremoto dell’Aquila, ha organizzato strutture idonee per aiutare le fasce più deboli. “I bambini e la loro serenità sono state da sempre una priorità per il nostro movimento” continua Lizza.
A Mariasilvia Cicconi il compito di spiegare quali traumi emotivi porta un sisma all’interno della vita di un bambino. “Abbiamo portato una struttura molto semplice, una tenda, e l’abbiamo riempita di bambini. A loro abbiamo insegnato come esternare la loro visione attraverso le fotografie. Il risultato è stato molto interessante e oggi è esposto in questa sala”.
“Durante la nostra attività cerchiamo di portare non solo il gioco ma anche la routine. Le cose semplici lasciate nella vita quotidiana che il terremoto ha interrotto”. La filastrocca “Penta, Pinta, pin però”, da cui prende ispirazione il progetto, è la formula magica che un Mago Lapone, anche lui volontario ha svelato ai bambini della struttura protetta per l’infanzia del campo di accoglienza di amatrice. Queste sono diventate le parole magiche per raccontare la vita quotidiana del campo di accoglienza attraverso gli scatti dei piccoli: la cucina, la lavanderia, gli spazi comuni, le tende e la mensa, gestiti dai soccorritori Anpas giunti in centro Italia da tutta la nazione. Un campo di accoglienza visto dai loro occhi “un po’ più in su del terremoto”, come si legge nella descrizione edita da Anpas.
Il convegno è poi proseguito con l’intervento di Alberto Silvestri, sindaco del comune di San Felice sul Panaro con cui la nostra provincia e Anpas Piacenza in particolare hanno stretto un forte legame dopo il terremoto del 2012, mostrando lo stato attuale del paese emiliano.
A rappresentare Anpas Regionale è stato chiamato Paolo Rebecchi. Come coordinatore regionale e provinciale di Anpas ha illustrato quali sono state le esperienze e le attività dei volontari dell’Emilia-Romagna e quali sono i progetti futuri della colonna mobile della regione. “Grazie a tutti per essere venuti” ha concluso Rebecchi “E’ per noi un onore aver ospitato i principali attori del volontariato di Protezione Civile Anpas in Emilia-Romagna e i rappresentanti dei comuni che abbiamo sostenuto dopo le calamità negli anni passati. Grazie anche ai volontari che si sono alternati sulle zone del terremoto, alleviando sofferenze i anziani, bambini e adulti”.
I saluti finali sono stati affidati a Oreste Guglielmetti, presidente dell’associazione “Gosso…unico cuore”, che ha permesso l’allestimento della mostra fotografica. Alla sua associazione va anche il merito di aver donato la “Giocoleria”. Grazie a questa struttura è stato possibile allestire il progetto “Penta, pinta, pin, però”. “Ci siamo uniti insieme alle altre associazioni del paese. Questo per noi è stato un grande risultato che ci ha permesso di sentirci ancora più vicini alle popolazioni colpite. Personalmente faccio parte di Anpas da un anno e vedo in ogni occasione la conferma dei sentimenti e dei valori che animano i volontari con la divisa arancione”.
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