Giovedì 1° giugno si è svolto, presso il Baciccia, l’incontro con il Sen. Sergio Lo Giudice (primo firmatario proposta di legge in Senato contro l’omofobia) a tema diritti, laicità della politica, disabilità, rispetto dell’identità e delle minoranze etniche e religiose, fine vita e testamento biologico. Organizzato dai candidati consiglieri del Partito Democratico Miriam Bisagni e Andrea Tagliaferri nel contesto delle elezioni amministrative, è stata fatta una panoramica nazionale ma anche Europea circa i diritti fondamentali delle persone, con l’obiettivo di costruire la Piacenza del futuro, moderna, prendendo esempio da chi è già più avanti di noi. Grazie al lavoro di gruppo che si è svolto durante l’incontro, tra gli esponenti della società civile e il Senatore Lo Giudice, si è costruito un manifesto per la comunità del futuro che i candidati Bisagni e Tagliaferri hanno subito sottoscritto. Il prossimo consiglio comunale dovrà garantire maggiori libertà personali senza intaccare quelle già acquisite; dovrà essere aggiornata la figura del garante del comune per i diritti privati delle libertà personali e aderire alla rete rainbow cities dell’ european union agency for foundamental rights per combattere la discriminazione, adottare migliori politiche inclusive e garantire l’uguaglianza di tutti i cittadini. I consiglieri eletti, dovranno affrontare anche lo spinoso argomento della cittadinanza onoraria ai figli stranieri nati in italia, per ridurre le differenze ma anche per una maggiore sicurezza, in modo che ci sia qualcosa che si potrebbe perdere e per il quale bisogni impegnarsi per essere mantenuto. Le cerimonie organizzate dal comune non dovranno essere solamente religiose ma anche civili e laiche, ad esempio festeggiando gli stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana dopo 10 anni, per consolidare e rinforzare la nostra comunità nel rispetto delle religioni personali. Bisognerà affrontare il tema delle disabilità perché in italia non vediamo – a differenza di altre città europee – portatori di handicap che circolano in autonomia nelle nostre città. Una sfida più energica alle barriere architettoniche è indispensabile. Un modello di comunità che vada oltre ai modelli stereotipati, che porti maggiore attenzione alle differenze e che vada oltre l’educazione tradizionale, ad esempio introducendo quella sessuale ed affettiva nelle scuole, dove bisogna constatare che purtroppo ancora oggi si parla troppo poco di prevenzione. Sarà necessario contrastare l’omofobia e l’omonegatività attraverso un regolamento comunale che formi il personale a rispettare le differenze di tutti i cittadini. Gli impegni che il comune dovrà farsi carico sono semplici ed economici, che non tolgono spazio e libertà personali acquisite, ma che potrebbero far diventare la città più accogliente di quanto lo sia oggi. E proprio per questo motivo sarebbe un peccato non farlo.