Si sono concluse a Palazzo Galli le operazioni di rimozione e successivo imballaggio del grande olio su tela “Aminta baciato da Silvia” di Giovanni Carnovali, detto “il Piccio”, che la Banca di Piacenza, proprietaria del dipinto, ha concesso in prestito alla mostra “Romanticismo” (Volti, luoghi e storie dell’Italia moderna), che Intesa Sanpaolo (in collaborazione con Poldi Pezzoli, Pinacoteca di Brera, Galleria Arte moderna di Milano, Galleria Arte Moderna di Torino, Museo nazionale San Martino di Napoli) ha organizzato a Milano, alle Gallerie d’Italia di Piazza Scala – Museo Poldi Pezzoli, dal 25 ottobre 2018 al 17 marzo 2019.
Una rassegna – curata dal professor Fernando Mazzocca – che intende riscoprire e far conoscere, per la prima volta ad un vasto pubblico, l’identità e il valore del Romanticismo italiano in rapporto con quanto si è manifestato nel resto d’Europa. Saranno esposti i dipinti dei maggiori interpreti della pittura romantica. Fra questi, appunto, uno dei più bei quadri di Giovanni Carnovali detto “il Piccio”, conosciuto anche come “Morte di Aminta” o “Rinvenimento di Aminta tra le braccia di Silvia”, che l’Istituto di credito di via Mazzini ha collocato a Palazzo Galli, nella saletta Carnovali, di fianco alla Sala dei depositanti. L’olio su tela (cm 195×256), è stato realizzato intorno al 1833 dall’artista nato a Montegrino (Luino) nel 1804 e morto a Coltaro sul Po (Parma) nel 1873. Fortemente rappresentativo della pittura dell’‘800 (tant’è che ogni mostra di questo tipo richiede alla banca locale di poter esporre il quadro in parola), il capolavoro “Aminta baciato da Silvia” è richiestissimo e quindi spesso “in viaggio”. Lo scorso anno è stato esposto ad una mostra a Perugia, negli anni precedenti ha fatto il “giro d’Italia”: Cremona, Bergamo, Pavia, Parma, Gradara e Roma, alle Scuderie del Quirinale.
Il restauratore Giuseppe de Paolis ha verificato lo stato di conservazione del dipinto e giudicato l’opera idonea al prestito. De Paolis ha anche sovrinteso alle operazioni di imballaggio, affidate alla ditta “Arterìa” di Milano, specializzata nella movimentazione di opere d’arte.