“Il mio pensiero, per questo Natale, va alle persone che soffrono e sono in difficoltà, magari perché senza lavoro”. Esordisce così il vescovo della diocesi di Piacenza e Bobbio, monsignor Gianni Ambrosio, nel suo messaggio natalizio alla comunità. “Il mio invito è quello del profeta Isaia, anche lui vissuto in un’epoca difficile in cui nel cuore di molte persone regnavano disperazione e rassegnazione. Un’epoca per certi versi molto simile alla nostra. Isaia invita ad allargare la tenda, fare spazio per qualcuno che deve arrivare, essere ospitali”.
“Questo vale anche per noi: dobbiamo essere pronti all’accoglienza, perché solo nell’incontro con i nostri fratelli e le nostre sorelle noi riviviamo il grande mistero del Natale: il Signore si è fatto uomo come noi ed è giunto in mezzo a noi, nella nostra tenda, per poterci aiutare e donarci di nuovo la speranza. L’attesa di qualcuno che deve arrivare rappresenta la speranza nel futuro, vivere il senso dell’attesa è una capacità che oggi abbiamo perso e da ciò deriva la nostra incapacità di affrontare le difficoltà”.
“Senza speranza il nostro cuore è come una culla vuota, per questo motivo mentre preghiamo cerchiamo di interrogarci, di metterci in discussione: ‘Siamo in grado di guardare avanti? Siamo in grado di guardare agli altri che hanno bisogno? Siamo in grado di guardare ai giovani?’. Preghiamo per poter essere come Maria e Giuseppe, in grado di prenderci cura dei più picccoli, dei più poveri, di coloro che hanno bisogno di noi. Solo così il nostro cuore non resterà vuoto. L’augurio che rivolgo a tutti, dunque, è che quella stella che arriva sulla grotta di Betlemme possa illuminare anche il nostro cammino”.