I corrispondenti di Luigi Illica, a palazzo Galli il carteggio del librettista di Castellarquato

A palazzo Galli della Banca di Piacenza

«Come i piacentini ben sanno, la Banca di Piacenza ha in corso la Salita al Pordenone grazie al recupero di un antico camminamento manutentivo trasformato in un percorso facilmente agibile. Contemporaneamente alla Salita, nella Sala del Duca in Santa Maria di Campagna sono esposti due Panini recuperati dalla Banca dall’estero, dov’erano da 300 anni. Recentemente abbiamo collaborato al recupero del carteggio di Verdi e oggi questa “banca dei recuperi” ne ha un altro da presentare: il carteggio Illica-Tebaldini che arricchisce Piacenza di nuovi documenti di studio, punto fondamentale per la valorizzazione di quanto merita di essere valorizzato». Così il presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani nel suo discorso introduttivo all’incontro di presentazione delle lettere inedite di Luigi Illica – recentemente acquistate dalla Banca – indirizzate a corrispondenti quali Giulio e Tito II Ricordi, Pietro Mascagni e Giovanni Tebaldini (musicista e musicologo, figura di assoluto rilievo soprattutto nel campo della musica sacra). Relatori il professor Alessandro Turba, del Dipartimento dei beni culturali e ambientali dell’Università di Milano (che da diversi mesi sta approfondendo dal punto di vista scientifico il carteggio che si rivela vieppiù importante) e il dottor Massimo Baucia, conservatore del Fondo antico della biblioteca comunale Passerini Landi. Il dottor Baucia ha sottolineato l’importanza del Fondo Illica conservato alla Passerini Landi («Da alcuni studi è risultato che la Comunale di Piacenza è tra le biblioteche che ha il maggior numero di documenti pucciniani. Illica era uno stretto collaboratore di Puccini e nel Fondo ci sono le lettere che i due si scambiavano, a volte in tono scherzoso»).

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«Uno dei problemi maggiori del nostro Fondo Illica – ha spiegato Massimo Baucia – è rappresentato dal fatto che è composto soltanto da lettere ricevute dal librettista di Castellarquato. Per studiarne meglio la figura è necessario incrociarle con la corrispondenza spedita da Illica e non è assolutamente facile reperirla». Il Fondo Illica della Banca di Piacenza rappresenta «un caso assolutamente felice» (per usare la parole del dottor Baucia) in quanto il carteggio Illica-Tebaldini (circa la metà delle lettere acquistate che abbracciano il periodo 1883-1919) è a “doppio senso” e permette di compiere direttamente studi approfonditi. Ricordiamo che il Fondo Illica della Banca di Piacenza si è ulteriormente arricchito con l’acquisto di un centinaio di cartoline postali, perfettamente conservate, indirizzate al librettista vissuto a Castellarquato.

Il professor Turba ha definito il carteggio acquisito dalla Banca di Piacenza «prezioso» e ha citato alcuni esempi: «Molto interessante la corrispondenza tra Illica e i Ricordi (Giulio e Tito II) nella quale si scopre un Illica informatore segreto, ma che rivela anche la dialettica creativa tra lo stesso Illica e Puccini, con il primo che aveva una sovrumana pazienza con il compositore toscano. Ancora, una lettera del 1913-14 a Tito II Ricordi che parla della spasmodica ricerca di un nuovo soggetto da parte di Puccini dopo la Fanciulla del West».

All’incontro di Palazzo Galli era presente la nipote di Giovanni Tebaldini Anna Maria Novelli, anima, insieme al marito, del Centro studi a lui intitolato, che raccoglie documenti e notizie riferite al musicologo per conservarne la memoria e valorizzarne l’opera.