Momenti di tensione questa mattina durante le celebrazioni del 25 aprile in piazza Cavalli. Un gruppo di antagonisti guidato da Carlo Pallavicini ha avvicinato il palco dal quale parlavano le istituzioni per contestare con veemenza il sindaco Patrizia Barbieri. Alcuni cartelli recitavano frasi del tipo: “I morti non sono tutti uguali”, “L’assessore Zandonella organizza raduni nazifascisti”, “Barbieri guardaspalle di CasaPound”.
I militanti di Controtendenza, saliti alla ribalta delle cronache per aver organizzato il corteo del 10 febbraio, spiegano così il loro gesto: “Come ogni anno, a Piacenza istituzioni e forze dell’ordine volevano un 25 aprile sterilizzato, privo di ogni coerenza in barba allo sdoganamento dei nazifascisti operato dalla giunta comunale con inteventi pubblici in loro difesa e assegnazione di spazi sottratti alla collettività. Ma la risposta degli antifascisti è stata ferma e potente. Dopo aver sfilato con cartelli chiari nel ribadire come le politiche del PD e di Minniti siano l’altra faccia della medaglia del neofascismo istituzionale, gli antifascisti dello spezzone dei movimenti stavano entrando in Piazza Cavalli quando sono stati oggetto di una provocazione gratuita della polizia. Schierata la celere per sbarrare l’accesso alla piazza, le divise sono state sommerse di fischi da parte delle persone comuni intervenute in difesa degli antifascisti. Resesi conto dell’essere un elemento alieno e provocatorio, le forze dell’ordine sono retrocedute permettendo l’accesso degli antifascisti alla piazza. Durante l’intervento del sindaco Barbieri (gravissime le sue parole di puro revisionismo: “bisogna far luce sugli aspetti oscuri della lotta di liberazione”) sono partite numerose contestazioni spontanee dalla piazza, che come il 10 febbraio hanno superato le nostre stesse aspettative e confermato che l’egemonia dei contenuti a Piacenza è in mano ai movimenti sociali, essendosi estinto lo spazio politico per la sinistra equilibrista e per gli antifascisti “per campagna elettorale” un giorno all’anno. Non ci aspettavamo davvero un successo di queste proporzioni, e a breve pubblicheremo video integrale in cui si può notare il ruolo provocatorio agito dalla polizia con tanto di interlocuzione in cui cerca, senza successo, di convincere pacifici cittadini a non seguirci nella trasparenza e coerenza dei nostri contenuti”.
Un atteggiamento, quello degli antagonisti, che trova il disappunto del Partito Democratico: “Nel condannare il comportamento di chi, come gli antagonisti, ha voluto una volta di più creare momenti di tensione alla manifestazione istituzionale che ha celebrato Il 25 aprile il Pd sottolinea che il giorno della Liberazione deve continuare ad essere una festa di tutta la democrazia ispirata ai principi unitari che hanno consentito il riscatto degli italiani dal nazifascismo. Il 25 aprile di 70 anni fa gli italiani non conquistarono con il sangue solo l’indipendenza dall’oppressione straniera, come ha dichiarato il Sindaco Barbieri. A conclusione di una lunga guerra, chiusero anche i conti con un regime, quello fascista, che, oltre a portarli alla fame e ad eliminare fisicamente gli oppositori politici, li umiliò alleandosi con il regime nazista di Hitler, consegnandogli, con le leggi razziali, migliaia di connazionali di origine ebraica portati nei lager. Questa è la verità storica che non può essere dimenticata. Non con l’oblio né con un revisionismo di comodo che tutto confonde si può produrre un corretto principio di riconciliazione nazionale, bensì con il riconoscimento delle responsabilità e delle diversità tra chi, anche a costo della propria vita, operò per ridare al Paese dignità nazionale e chi, invece, si alleò con i nazisti. Lo stesso spirito unitario che allora superò le divisioni politiche e rese possibile la Liberazione oggi deve ritrovare la sua ragione d’essere. Oggi più che mai, contro tutti i fascismi, viva l’Italia libera e democratica”.