Centinaia di giovani ad ascoltarlo e al termine dell’incontro decine e decine di selfie, autografi e strette di mano. Non stiamo parlando di Vasco Rossi, ma di Giovanni Rana, l’imprenditore veneto che con i suoi tortellini è divenuto un simbolo della gastronomia italiana. Rana è stato ospite questa mattina dell’università Cattolica in occasione del Career Day, evento durante il quale gli allievi hanno la possibilità di lasciare curricula e fissare colloqui di lavoro con le aziende. “Il mio successo più grande? Riuscire a conquistare prima la gola, poi il cuore degli italiani” ha detto alla folta platea. E in effetti Giovanni Rana non è solo un imprenditore ma un uomo appassionato del proprio lavoro, una passione che lo ha trasformato in un vero personaggio italiano: “Ho voluto mettere il mio volto sulle confezioni perché trovo importante mettere la faccia in quello che faccio” spiega il manager, definito nonno d’Italia.
“Ricordo il primo mattarello con cui io e la mia fidanzata iniziammo a produrre i primi tortellini, ricordo la mia moto Guzzi con cui li distribuivo – spiega – poi pian piano sempre più persone iniziarono a chiedere i miei prodotti e io non potevo più affidarmi solo alle nonne del mio paese: cominiciai ad assumere persone e oggi contiamo 600 dipendenti, felici di rappresentare un’azienda così amata dagli italiani. La nostra fabbrica è in continua espansione e ogni anno mettiamo in campo importanti investimenti per ampliare l’attività”.
Che consiglio dare ai giovani? “Il mio consiglio è di specializzarvi: non dovete puntare a sapere un po’ di tutto, dovete puntare a essere i migliori in un campo. Nella mia fabbrica lavorano tecnici dei quali, mai e poi mai, potrei fare a meno. Capita che qualcuno di loro, vuoi per motivi economici, vuoi per una maggiore vicinanza a casa, ogni tanto scelga di andare a lavorare per altre aziende: io ogni volta soffro, sia perché mi affeziono alle persone, sia perché verrà a mancare un operaio specializzato e bravo nel suo lavoro, l’operaio di cui l’imprenditore non può fare a meno”.
Qualche studente chiede se oggi ci siano ancora imprenditori validi in Italia. “Validi? Oggi gli imprenditori italiani sono eroi. In Italia fare impresa è diventato un incubo, la burocrazia e le tasse rendono impossibile lavorare. Solo in Italia è così, quando vado all’estero gli altri manager mi dicono ‘Non so come fate a lavorare in Italia, davvero per noi siete eroici’. Io spero vivamente per i nostri giovani che le cose cambino, anzi, invito gli stessi giovani a fare di tutto per cambiare le cose”.
Al termine della conferenza, come detto, Giovanni Rana si concede a lungo agli studenti, scattando selfie e firmando autografi. Qualcuno potrebbe sospettare che la figura di Rana, volto canuto della tradizione italiana, padre del tortellino, nonno con grembiule e mattarello, possa essere essa stessa un’operazione di marketing. “Quando ho compiuto 80 anni – racconta – i miei dipendenti si sono accordati con la mia famiglia per farmi un regalo speciale: una Renault a tre marce uguale a quella che avevo all’inizio della mia carriera. Una vettura che ho venduto tanti anni fa ma alla quale sono rimasto estremamente legato e affezionato”. No, Giovanni Rana è così, capace di conquistare il cuore degli italiani. Dei suoi dipendenti in primis.