Giorgia Meloni arriva alle 12,30 davanti ai Giardini Margherita. A pochi centimetri da lei due giovani antagonisti iniziano a srotolare uno striscione con la scritta “Come a Livorno, Meloni levati di torno”. Alla vista dello striscione la leader di Fratelli d’Italia avvicina i due giovani: “Facciamoci un selfie” ma la coppia si allontana in fretta e furia, avvicinata dalle forze dell’ordine presenti in numero cospicuo. Raggiunti da altri giovani appartenenti alla sinistra radicale, i due antagonisti si accontentano di esporre lo striscione sull’altro lato della strada. Meloni non rinuncerà al suo agognato selfie, scattato al termine del comizio e postato su facebook: “La prossima volta avvertite però che almeno vi mandiamo qualcuno per reggere lo striscione” con riferimento al numero, giudicato esiguo, di contestatori.
“E’ inaccettabile che in questa campagna elettorale si debbano sottrarre poliziotti e carabinieri ad altri incarichi più importanti – commenta Meloni – noi continueremo a recarci nelle zone più delicate delle città perché è necessario che i cittadini ritrovino sicurezza. Purtroppo i centri sociali continuano a fare il bello e cattivo tempo, ovunque andiamo dobbiamo essere offesi o aggrediti fisicamente: la responsabilità è di una sinistra che non potendo raccontare ai cittadini ciò che non ha fatto in questi anni ha pensato bene di rispolverare slogan tipici degli anni ’70. Ho chiamato il brigadiere pestato qui a Piacenza, un fatto grave a cui si aggiungono altri episodi: un disabile picchiato perché aveva una bandiera tricolore, bombe carta ripiene di chiodi a Torino, chiudiamo i centri sociali violenti”.
Passando alla coalizione di centrodestra: “Siamo una squadra compatta, pronta a governare, Fratelli d’Italia ha proposto una grande manifestazione finale su un palco unico proprio per lanciare questo messaggio”.
Tajani, Salvini, chi sarà il premier? “Beh, noi puntiamo su Giorgia Meloni, la stampa italiana ci crede poco ma saranno i cittadini a decidere. L’importante è arrivare con proposte chiare prima del voto, bisogna fare in modo che gli italiani sappiano chi stanno votando. Senza dubbio, non siamo disposti a inciuci: se non ci sarà una maggioranza netta dopo il voto si deve tornare a votare, non ci sono alternative”.