Riceviamo e pubblichiamo la nota del consigliere comunale di Forza Italia, Michele Giardino.
Fare politica “a effetto” va di moda. Si assumono iniziative che, lungi dall’essere determinanti e risolutive di problemi, bene si prestano a veicolare messaggi di pseudovittoria, per galvanizzare il proprio elettorato. Forza Italia, anche in campagna elettorale, continua a prediligere la concretezza di azioni che, seppur inidonee a finire sulle prime pagine dei giornali e, perciò, a colpire l’immaginario collettivo, producono effetti drastici sul piano politico-amministrativo. La dissociazione del Comune di Piacenza dall’Agenzia dell’affitto ne è un importante esempio.
Se molti proprietari preferiscono tenere alloggi vuoti per paura di non riuscire a riscuotere regolarmente il canone o di dovere affrontare lunghi iter per liberare l’alloggio, e contemporaneamente, molte famiglie, pur beneficiando di un reddito fisso, faticano a sostenere i prezzi del libero mercato, la soluzione è mettere in contatto questi due mondi. Per tale scopo, con Legge Regionale 24 del 2001, è nata l’Agenzia dell’affitto. Istituita nella provincia di Piacenza nel 2008, essa avrebbe dovuto aiutare le persone in difficoltà economica a trovare appartamenti in locazione a canoni favorevoli e, al tempo stesso, invogliare i proprietari di alloggi sfitti a metterli sul mercato, allettati da alcuni vantaggi: riduzione del 25% di Imu e Tasi sugli immobili locati, scelta del possibile inquilino attraverso un elenco selezionato dall’Agenzia, sicurezza di riscossione del canone grazie a un apposito Fondo di Garanzia costituito dai conferimenti dei Comuni aderenti.
Un’idea molto bella, perfetta e conveniente per tutti. Peccato si sia trattato di un fallimento. A tutt’oggi, dopo dieci anni, è risultato sottoscritto un solo contratto. E per questo esito disastroso, il Comune di Piacenza ha sostenuto un costo pesantissimo: per aderire all’Agenzia, ha dovuto versare ogni anno una quota pari a 0,25 euro per residente. Considerando che, per Istat, ne siamo diventati più di 102mila, ogni anno sono stati versati oltre 25.000 euro, letteralmente a fondo perduto. Non solo. I costi di avviamento dell’Agenzia sono stati pari a 18mila euro, la campagna pubblicitaria per far conoscere l’Agenzia è costata anch’essa quasi 18mila euro, e una successiva campagna pubblicitaria di rilancio, nel secondo semestre 2016, ha comportato una spesa di ulteriori 12mila euro. Ma in tutti questi anni, lo si ribadisce, è stato firmato un solo contratto.
Com’è possibile che il Pd, al governo della città di Piacenza nell’ultimo decennio, non si sia accorto e non si sia preoccupato di tagliare questi costi improduttivi? E com’è possibile che i consiglieri comunali del Pd attualmente in carica, pur riconoscendo la pochezza dei risultati conseguiti dall’Agenzia, al momento di votare la mozione di Forza Italia – durante il Consiglio del 16 febbraio scorso – abbiano preferito mettere in atto un maldestro tentativo di far mancare il numero legale, assentandosi rapidamente e simultaneamente dall’Aula? Errare humanum est …
Il gruppo consiliare di Forza Italia è riuscito a far approvare il suo documento e a far recedere finalmente il Comune di Piacenza dalla superflua e dispendiosa Agenzia dell’affitto. Dal prossimo anno, si eviterà di sprecare una considerevole quota di denaro pubblico, da destinare così a più utili fini sociali.