“I sindacati sono vicini ai lavoratori della Gardesa e stanno lavorando per accompagnarli in questa fase di grande incertezza”. A parlare sono Stefano Paraboschi della Fiom Cgil di Piacenza, e Luigi Bernazzani, della Fim Cisl. La Gardesa di Cortemaggiore, appartenente al gruppo svedese Assa Abloy, specializzata nella produzione di porte blindate, sta vivendo un momento critico con 12 lavoratori in esubero. Quattro di loro sono a rischio a causa dell’esternalizzazione del settore logistico con la cessione del magazzino, gli altri potrebbero essere sostituiti da nuovi e modernissimi macchinari: “Noi non condanniamo l’azienda per quello che sta accadendo – tengono a specificare i sindacalisti – anzi la dirigenza si è già dimostrata pronta a venire incontro ai lavoratori”.
“Teniamo presente che la prima causa di questa fase di incertezza è la crisi che ha colpito il settore edilizio: prima l’azienda fatturava 40 milioni di euro all’anno, da tre anni a questa parte il fatturato si attesta intorno ai 16 milioni. E’ poi aumentata la concorrenza con aziende in tutta Europa molto attive in questo settore. Una situazione che ha spinto i vertici a effettuare un importante investimento: la fabbrica di Cortemaggiore è stata modernizzata con tecnologie digitali e macchinari all’ultimo modello, un investimento di circa 800mila euro. Purtroppo però questi nuovi macchinari rendono obsoleta parte della manodopera”.
“Noi non siamo contrari a questo investimento, sappiamo perfettamente che si tratta di strumentazioni necessarie in questa fase, forse l’ultima speranza di tenere in piedi lo stabilimento. Assa Abloy si sta impegnando per restare sul territorio, salvaguardare gli altri 70 lavoratori che attualmente sono impiegati e per questo motivo siamo molto soddisfatti e plaudiamo alla scelta del gruppo. Però non possiamo dimenticare i 12 dipendenti che potrebbero perdere il posto. Per questo motivo abbiamo chiesto all’azienda di adottare tutti gli ammortizzatori sociali possibili”.
E così pare che l’azienda stia facendo: “E’ stata aperta la cassa integrazione per tutti i lavoratori, ma si tratta di un provvedimento destinato a durare solo sei mesi: il tempo necessario per montare e rodare i nuovi macchinari. L’azienda si è impegnata ad affiancare quegli operai vicini al pensionamento, mentre ai più giovani saranno offerti incentivi all’esodo. Stiamo lavorando fianco a fianco con Gardesa Assa Abloy, i sindacati ci sono sempre stati e ci saranno sempre. Quello che a noi dispiace, piuttosto, è vedere i politici che oggi strumentalizzano questa vertenza a scopi personali”.