20 anni fa il furto del Klimt a Piacenza – Molte zone d’ombra e pista esoterica, il caso è ancora irrisolto
Venti anni sono passati dalla sparizione del Ritratto di Signora di Gustav Klimt dalla Galleria Ricci Oddi; un evento nefasto che ha privato la città di Piacenza di uno dei suoi simboli e ha scosso l’opinione pubblica locale e nazionale, aprendo una ferita nel nostro patrimonio culturale non ancora risanata. Un evento però che può diventare l’occasione per parlare da un punto di vista insolito della Galleria, dei suoi protagonisti di quegli anni, di come il museo è cambiato da allora , della storia della scoperta straordinaria di una studentessa liceale, da far invidia a studiosi e storici dell’arte, il ritrovamento del “Klimt nascosto”.
(ANSA) – PIACENZA, 22 FEB – Esattamente vent’anni fa, la mattina del 22 febbraio 1997, veniva scoperto il furto del “Ritratto di signora” di Gustav Klimt dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza. Il dipinto era stato portato via in un uno dei tre giorni precedenti, ma la scoperta fu tardiva a causa di un trasloco di questa e altre opere nella vicina piazza Cavalli per una mostra su Klimt a Palazzo Gotico.
Un furto con molte zone d’ombra: non fu mai chiaro se il capolavoro venne fatto uscire dal tetto (la cornice venne trovata vicino al lucernario) o se i ladri passarono dall’ingresso principale. Le indagini dei carabinieri del Reparto operativo di Piacenza portarono a indagare sui custodi della galleria, la cui posizione venne però ben presto archiviata dal gip per mancanza di prove.
Da allora tante piste investigative sono state seguite dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico (subentrati nell’indagine), alcune delle quali avevano portato anche all’estero sulle tracce di trafficanti d’arte. Nel 2016 l’inchiesta è stata riaperta dopo il ritrovamento di tracce del Dna di uno dei ladri sulla cornice ed è spuntata, grazie a una testimonianza, addirittura una misteriosa pista esoterica: il quadro, rubato su commissione, sarebbe finito nelle mani di una setta satanica di Piacenza che lo avrebbe utilizzato per un rito propiziatorio in un cimitero, poi lo avrebbe chiuso all’interno della bara di una bambina morta. C’è anche chi ha paventato la distruzione del dipinto da parte dei ladri, per evitare di essere individuati ed arrestati. Ma quello della Signora rimane ancora oggi un caso irrisolto.
Il capolavoro fa parte di un gruppo di ritratti femminili fatti da Klimt negli ultimi anni della sua attività (tra il 1916 e il 1918), alcuni dei quali rimasti incompiuti. Ma il quadro piacentino aveva assunto uno straordinario valore storico nel 1996, poco prima del furto, quando una studentessa pavese, Claudia Maga, aveva scoperto sotto al dipinto un altro Ritratto di signora, ma con cappello, realizzato da Klimt nel 1910, esposto a Dresda nel 1912, pubblicato nel 1927 e da allora dato per disperso. Gli esperti avevano confermato dopo esami tecnici questo singolare pentimento del maestro austriaco che aveva di fatto dipinto sopra un proprio quadro, ritoccando la “Signora”.