Furbetti del cartellino: archiviazione per diciotto dipendenti, restano 32 indagati

A chiusura delle indagini, il Pubblico Ministero Antonio Colonna ha richiesto l’archiviazione di 18 posizioni delle 50 aperte a carico di dipendenti comunali per truffa e falsa attestazione di presenza in servizio. In un caso per particolare tenuità del fatto (un dipendente che si era assentato ingiustificatamente per prendere un farmaco), e negli altri 17 ravvisando condotte rilevanti solo sotto il profilo disciplinare.

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Con decreto del 17 settembre scorso, il Gip del Tribunale di Piacenza Luca Milani, ha accolto la richiesta del Pubblico Ministero e ha disposto l’archiviazione delle 18 posizioni, precisando peraltro, anch’egli, che le valutazioni sulla punibilità degli indagati non involvono le conseguenze dei loro comportamenti in ambito lavorativo e disciplinare.

Per altri 32 dipendenti, tra cui i 10 lavoratori licenziati, la Procura ha invece emesso l’avviso delle conclusioni delle indagini preliminari ex articolo 415 bis del Codice di procedura penale, atto prodromico all’esercizio dell’azione penale.

Sul fronte dei giudizi dinnanzi alla Corte dei Conti dalla Procura Contabile, si registra la prima sentenza del 13 settembre scorso, su uno dei casi dei dipendenti licenziati, non ancora deciso né dinnanzi al Tribunale del Lavoro, né in sede penale. La Procura Contabile aveva chiesto oltre al danno patrimoniale (le ore di lavoro non lavorate, ma impiegate per fare altro) anche il danno all’immagine arrecato al Comune. La Corte ha confermato l’illiceità degli episodi di assenteismo e la conseguente responsabilità disciplinare e il danno contabile per le ore non lavorate. Non ha accolto la domanda di risarcimento del danno all’immagine del Comune, ritenuta prematura, dal momento che l’ex dipendente, ad oggi, non è stato condannato in via definitiva dal Giudice Penale.