Fondazione vittime dei reati, Tagliaferri (Fd’I): “Nessuna chiarezza sulla distribuzione dei fondi”

“Verba volant, facta manent. Lo dicevano i latini e qui i fatti sono rappresentati dalla relazione dell’Attività 2017 della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati, pubblicata sul sito della Regione Emilia-Romagna, mentre a volare è l’accattivante dissertazione in commissione del presidente della Fondazione, lo scrittore noir Carlo Lucarelli, per cui tutto è bello e buono e serve a dare aiuto e sostegno. L’idea è giusta. Aiutare davvero in qualche modo le vittime di crimini violenti. Ma quali vittime? E qui casca l’asino. Perché non è assolutamente chiaro quali parametri oggettivi siano utilizzati per destinare tali aiuti in modo obiettivo e trasparente, dando le stesse possibilità a qualunque cittadino vittima di un crimine”.

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Lo afferma Giancarlo Tagliaferri, presidente del gruppo di Fratelli d’Italia.

“Qui, infatti, sembra che si scelgano i destinatari delle risorse sulla base di segnalazioni di sindaci. Segnalazioni discrezionali. E, infatti, andando a leggere le scelte fatte dalla Fondazione qualche interrogativo ce lo poniamo: 27 segnalazioni accolte nel 2017 su 28 per 44 persone aiutate, 24 stranieri e 20 italiani, grazie all’elargizione di contributi pari a 201.000 euro. Tra gli stranieri aiutato anche un richiedente asilo aggredito da un italiano forse disturbato mentale, ma i contorni della vicenda non sono chiariti ulteriormente. E’ evidente la scelta discrezionale e politica. Magari fra le migliaia di reati contro la persona che avvengono in questa regione ogni anno, molti altri sarebbero quelli da prendere in considerazione. Ma qui sembra che si proceda a vista, lo conferma la relazione stessa: “la prevalenza di casi da Reggio Emilia è legata alla conoscenza del nostro organismo da parte di quel territori”. Di bene in meglio. Insomma, come ho detto, da un’idea buona è nato il solito baraccone ideologico modello Pd emiliano-romagnolo. Un baraccone, come ce ne sono tanti altri in Regione che scialacquano risorse dei contribuenti in operazioni su cui emergono molti dubbi”.