Fauna selvatica, Confagricoltura: “Concretizzare i piani di abbattimento dei cinghiali”

Avevamo chiesto che, nell’ambito della legge di Bilancio, venisse prevista la modifica alla legge 157/92 sulla fauna selvatica prevedendo interventi di controllo e di attuazione dei piani di abbattimento di ungulati ed altri selvatici. L’emendamento, in tal senso, di alcuni parlamentari, è stato ritirato. Si è persa un’occasione importante per fronteggiare una situazione di emergenza di cui ancora non si comprende in pieno la gravità”. Lo sottolineano in una nota congiunta Confagricoltura ed Ente Produttori Selvaggina (EPS).

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“E’ sbagliato e pretestuoso dire che si era chiesta la caccia ‘selvaggia’, al di fuori di ogni regolamentazione – precisano Confagricoltura ed EPS -. Non si tratta di esercizio venatorio ma di interventi straordinari di pubblica sicurezza finalizzati ad evitare danni a persone e cose”.

Confagricoltura ed EPS avvertono la necessità che vengano adottati strumenti normativi che consentano alle Regioni, in caso di necessita, di far fronte efficacemente a situazioni d’emergenza anche ricorrendo – ma solo se necessario ad integrare le esigue risorse della pubblica amministrazione – all’ausilio di cacciatori adeguatamente formati.

Osservano Confagricoltura e Ente produttori selvaggina: “Oltre ai noti e crescenti danni all’agricoltura, peraltro spesso sempre più specializzata e quindi pregiata, l’esuberante crescita di ungulati e altre specie selvatiche – che ormai sono arrivati a passeggiare per le vie centrali di paesi e città, compresa Roma – ha posto e pone in pericolo la sicurezza di tutti. Gli ungulati rappresentano un gravissimo rischio per le persone (ultimo esempio, tragico, la morte di un bambino di 4 anni in provincia di Arezzo a causa di un capriolo) e provocano danni che, solo nell’ultimo anno, sono stati stimati complessivamente in oltre 100 milioni di euro. Non si tratta dunque solo di una questione di insostenibili risarcimenti danni e indennizzi, ma di un vero e proprio flagello, di cui gli agricoltori per primi pagano il conto”.

Lo stesso ex Corpo Forestale dello Stato, già nel 2015, aveva lanciato l’allarme lamentando la carenza di una effettiva cognizione e presa d’atto della reale dimensione del fenomeno e dei rischi del suo esponenziale espandersi.

“Come negli altri Stati europei, anche in Italia la gestione ed il contenimento della fauna selvatica deve diventare uno degli strumenti di gestione dell’ordine pubblico utilizzabile. Agricoltori e cacciatori – concludono Confagricoltura ed EPS – sono pronti a rispondere adeguatamente a questa esigenza rispettando quel principio di sussidiarietà alla Stato che la stessa Costituzione sancisce e promuove”.