La Rassegna di Eventi Culturali Estate al Farnese, incontri tra musica rock/progressive, classica, pop, prosa, cabaret e divulgazione culturale all’interno del cortile di Palazzo Farnese, si chiude alla grande il 12 settembre con il concerto dello storico cantautore rock Eugenio Finardi.
EUGENIO FINARDI
Eugenio Finardi , classe 1952, è il maggiore esponente di quella che viene chiamata la “scuola milanese”. Profon- do Cantautore, figlio di una cantante d’opera americana, è un vero rocker che ama Pergolesi e la musica classica. Dopo l’incisione di un disco di canzoni per bambini all’età di nove anni (contenente la canzone Palloncino rosso fuoco), inizia la carriera negli anni settanta come musicista rock, in gruppi quali Tiger e Il Pacco con il giovane chitarrista italo-brasiliano Alberto Camerini.
Inizia poi a scrivere canzoni con testi in inglese, e nel 1973 la Nu- mero Uno (casa discografica di proprietà di Mogol e Lucio Battisti) pubblica il suo primo 45 giri, con Spacey stacey e Hard rock honey, brani con sonorità vicine all’hard rock, cantati in inglese[1], di cui Finardi scrive le musiche (i testi sono della cantautrice californiana Marva Jan Marrow).
Decide quindi di passare all’italiano, con testi diretti ed impegnati, e viene messo sotto contratto dalla Cramps di Gianni Sassi, Sergio Albergoni e Franco Mamone, che pubblica il suo primo album nel 1975: si intitola Non gettate alcun oggetto dai finestrini e contiene anche una cover rock della canzone folk Saluteremo il signor pa- drone. Il successo arriva l’anno dopo con Sugo che porta in sé due delle sue canzoni più famose, La radio e Mu- sica ribelle. Segue l’album Diesel del 1977 considerato tra i suoi migliori, che contiene altri brani divenuti famosi come Non è nel cuore, Diesel e Non Diventare Grande Mai. In questi anni la Cramps dedica, per la registrazione degli album di Finardi, i suoi musicisti migliori, come Patrizio Fariselli, Ares Tavolazzi e Paolo Tofani, membri degli Area.
Dalla collaborazione con il gruppo Crisalide, che vede tra i componenti Mauro Spina alla batteria, Ernesto Vitolo alle tastiere e Stefano Cerri (figlio del già famoso chitarrista jazz Franco Cerri) al basso elettrico nasce l’album Blitz del 1978, che contiene tra gli altri i brani Extraterrestre e Cuba, nei testi si nota marcatamente il disagio do- vuto al riflusso culturale nell’Italia di quegli anni.
Sempre con i Crisalide viene pubblicato Roccando rollando del 1979, che si allontana dalle sonorità rock dei dischi precedenti, accostandosi anche al reggae in Legalizzatela, al calypso in 15 Bambini (con cui partecipa al Festivalbar 1979) e alla ballad acustica in La canzone dell’acqua. Nel 1981 esce l’album omonimo Finardi dove in alcune canzoni collabora con l’autore dei testi dei Pooh Valerio Negrini. In quest’album domina la canzone Trappole, di cui scriverà anche la versione in inglese. Scrive Laura degli specchi per Alice.
Dopo un disco in lingua inglese Secret Streets, dove rivisita anche alcuni brani del disco precedente, nel 1983 è la volta di Dal blu che contiene Le ragazze di Osaka e Amore diverso. L’album è dedicato alla figlia Elettra, nata con la Sindrome di Down. Finardi ha scritto la prefazione al libro Come Pinguini nel Deserto che raccoglie l’esperienze di genitori di bambini down.
Seguono Vorrei svegliarti col quale debutta al Sanremo 1985, preludio dell’album Colpi di fulmine, album che si apre verso registri più sincopati e di matrice jazz. Dolce Italia è del 1987, mentre nel 1989 il cantautore pubblica Il vento di Elora con la celebre Vil Coyote dove traccia in modo originale similitudini tra la vita reale e i perso- naggi dei cartoni animati. Nel 1990 con La forza dell’amore rilegge in chiave moderna alcune sue canzoni, con la partecipazione di Ligabue, Ivano Fossati (in Musica ribelle) e Rossana Casale (ne Le ragazze di Osaka). Dopo Millennio del 1991 esce Acustica con il brano Katia (1993) e Le donne di Atene (traduzione firmata insieme ad Alberto Camerini della celebre canzone di Chico Buarque de Hollanda Mulheres De Atenas). Nel 1996 incide Uno di noi, versione italiana del successo di Joan Osborne One of Us; la canzone, ricalcando il testo originale af- fronta temi legati alla fede in Dio.
Finardi comincia a dare segni di insofferenza rispetto all’industria discografica che coincide con Amami Lara (sua seconda presenza al Sanremo 1999), mentre Accadueo è l’album del 1998, che l’anno dopo viene ripubbli- cato con l’aggiunta del brano citato, ispirato al personaggio immaginario di Lara Croft, protagonista dei vide- ogiochi della serie Tomb Raider. Dopo aver adempiuto a questi obblighi contrattuali torna a fare riferimento all’ambiente della musica alternativa e nel nuovo millennio si è dedicato a vari progetti di nicchia. Con Francesco Di Giacomo, cantante del Banco del Mutuo Soccorso, e Marco Poeta dedica un disco al Fado, la musica porto- ghese. Il silenzio e lo spirito è del 2003 ed è un album d’indubbio fascino, registrato dal vivo, nel quale esplora il rapporto tra la Musica e l’Assoluto con brani come Orleans di David Crosby Hallelujah di Leonard Cohen e Il ritorno di Giuseppe di Fabrizio De André.
Il 2005 è l’anno di Anima Blues in cui Finardi celebra il suo amore per questo genere, un album di inediti in in- glese che riceve consensi dalla critica e positive recensioni su riviste internazionali di settore. Anima Blues, copro- dotto dal chitarrista Massimo Martellotta, vede Pippo Guarnera all’Hammond e Vince Vallicelli alla batteria di- venta una fortunata tournée con più di cento concerti. Nel 2007 esce nei negozi la raccolta antologica Un uomo che ripercorre i diversi momenti della carriera finardiana: i primi tre cd offrono una serie di canzoni, presentate in ordine emotivo e non cronologico, scelte direttamente dall’autore, mentre il quarto è una compilation di ine- diti, provini e rarità. Le note di copertina sono curate da Fernanda Pivano. Il 2008 è l’anno del debutto teatrale di Finardi. Al Teatro dei Filodrammatici di Milano va in scena la prima di Suono prodotto da Francesco Venuto per l’agenzia Raiser da cui viene estratto l’omonimo DVD prodotto da Gianni Salvioni, spettacolo in cui l’artista racconta attraverso monologhi e canzoni oltre trent’anni di carriera.
La band che lo accompagna in questo progetto è costituita da: Max Carletti (chitarre), Paolo Gambino (piano- forte e tastiere), Federico Ariano (batteria e percussioni) e Stefano Profeta (basso elettrico e contrabbasso). Nello stesso anno Finardi si cimenta con la Classica Contemporanea ne Il cantante al microfono, disco e concerto per voce e sestetto classico. Assieme all’ensemble Sentieri selvaggi, diretto da Carlo Boccadoro, Finardi esegue le canzoni del poeta russo Vladimir Vysockij orchestrate dal compositore Filippo Del Corno e tradotte da Sergio Secondiano Sacchi. L’album vince la Targa Tenco, per la migliore interpretazione. Con l’ensamble Entr’Acte diretto da Carlo Boccadoro registra La Storia Del Piccolo Sarto del compositore ungherese Tibor Harsany, liberamente tratta dalla favola dei fratelli Grimm con la quale debutta con successo al Teatro alla Scala di Milano il 27 gen- naio del 2010. Sempre con Entr’Act e Boccadoro torna nel prestigioso teatro l’anno seguente con I Cavoli a Me- renda su musiche dello stesso Boccadoro e testi di Sergio Tofano.
Nell’aprile 2009 ha partecipato all’incisione del brano Domani 21/04.2009 di Mauro Pagani, i cui proventi saranno devoluti alle popolazioni colpite dal terremoto dell’Aquila. Nel 2009 ha cantato nell’ultimo album di Claudio Baglioni Q.P.G.A., nella canzone Lungo il viaggio, che è il titolo originale della canzone più nota con il titolo In viaggio. Nel marzo 2010 produce l’album L’occhio della Luna della giovane cantautrice Roberta Di Lo- renzo da lui scoperta a un’audizione nell’ottobre 2007. A inizio 2011 Il cantante al microfono, diventa un DVD distribuito da Medusa ed edito dalla casa discografica Ermitage. Il 21 gennaio esce il primo libro scritto da Euge- nio Finardi a quattro mani con Antonio G. D’Errico: Spostare l’orizzonte – come sopravvivere a 40 anni di Rock, edito Rizzoli, in cui Finardi espone la sua filosofia di vita.
Il 28 gennaio inizia Eugenio Finardi Electric Tour 2011, tour che segna il suo ritorno al rock delle origini, ripro- ponendo brani degli esordi tratti da album come Sugo, Diesel, Finardi e Non gettate alcun oggetto dai finestrini. Ad accompagnarlo una nuova band formata da Marco Lamagna al basso, Claudio Arfinengo alla batteria, Paolo Gambino alle tastiere, Paolo Zanetti e Giovanni Maggiore alle chitarre; in seguito si aggiunge Claudio Rossi al violino e ai plettri. Partecipa al 62ª edizione del Festival di Sanremo con il brano E tu lo chiami Dio[2] canzone che porta la firma della cantautrice Roberta Di Lorenzo, arrivando in finale. Memorabili i duetti con Noa e i Solis e con Peppe Servillo degli Avion Travel. Nei giorni del Festival esce Sessanta, triplo album con 5 inediti, tra cui spiccano Passerà, con testo di Zibba e Nuovo Umanesimo scritta insieme a Max Casacci dei Subsonica con il quale inizia una collaborazione che proseguirà nel 2013. Nuovo Umanesimo vede Finardi tornare alle sonorità e alle tematiche degli esordi e dà il nome al tour che lo vede impegnato fino all’autunno.
Il 1º maggio viene invitato ad aprire il concertone di Roma con l’inno di Mameli in versione taranta/rock, men- tre a settembre, al Traffic Festival di Torino e al Palasharp di Milano, parteciperà a un omaggio alla Cramps records, l’etichetta per cui aveva debuttato oltre trent’anni prima. Nella stessa sera, oltre a Finardi, si esibiscono Claudio Rocchi e i riuniti Area (che avevano suonato negli album Sugo e Diesel del cantautore milanese). Oltre al suo set consueto, Finardi ripropone – dopo 30 anni – Diesel, eseguito dalla band di Finardi con Patrizio Fari- selli alle tastiere, e sarà ospite del finale del set degli Area, con cui esegue il loro classico Gioia e rivoluzione. Al Concertone del 1º maggio 2012 Mauro Pagani lo invita a interpretare Like a Rolling Stone di Bob Dylan. Nella primavera 2013 Elio e le Storie Tese lo chiamano a cantare A Piazza San Giovanni, canzone scritta da loro nel suo tipico stile, che fa da prologo al singolo Il Complesso Del Primo Maggio tratto dal loro CD Album biango.
A gennaio 2014 viene pubblicato il suo nuovo album, prodotto da Max Casacci e registrato a Torino, Fibrillan- te.Le sue canzoni, da “Musica Ribelle” a “Extraterre¬stre” sono entrate nel novero delle più belle canzoni ita- liane di sempre. Intrattenitore affabile e gentile, Eugenio ripercorre in questo spettacolo le tappe più significative di 40 anni di carriera.
Apre la serata alle ore 21 Giuvazza
Giuvazza è il nome d’arte di Giovanni Maggiore. Torinese, sebbene giovanissimo dopo diverse esperienze rock locali diventa il chitar¬rista di Eugenio Finardi. E’ appena uscito il suo primo disco solista, accompagnato dalla band storica di Eugenio, che presenterà in questa occasione.