Riceviamo e pubblichiamo la nota di Alberto Esse.
Contestare e boicottare lo pseudo convegno della Lega su “Cannabis droga della morte” è stato non solo giusto e democratico ma anche un atto dovuto, per la semplice ragione che Non si trattava di un dibattito con momenti di approfondimento ed informazione scientifica ma solo di una mistificante iniziativa di partito mirante non ha parlare al cervello delle persone ma solo alla loro pancia, al fine di manipolarle seminando paura e disinformazione sull’argomento e agitando e gonfiando falsi problemi dietro cui nascondere i problemi reali.
A dimostrare questa mia tesi c’è: il titolo completamente assurdo, antiscientifico e mistificante dato alla serata; la presenza tra gli oratori solo di esponenti politici della Lega (anzi di una parte del Partito facente capo a Polledri); la presenza come oratore di punta di tale Pillon esponente della destra oltranzista e cattolica anti Papa Francesco, animatore dei Family Day e militante impegnato contro gender e stregoneria. A questo va aggiungiamo il fatto che l’unico esponente “scientifico” sia stato quel Segalini, sempre esponente politico della Lega, che ha concluso il suo intervento con queste illuminate parole: “Se mia figlia è investita da un drogato io gli faccio un culo così”; che il dolore di una persona privata indicata come “Mamma” e la persona stessa siano stati usati in modo strumentale e indegno dagli organizzatori per ammantare di “umanità” la loro operazione di bassa politica, (tra l’altro questa persona è legata da anni a Polledri) per, in questo contesto, una deteriore mozione dei sentimenti; che questa operazione, tutta di politica di manipolazione, si pone nell’offensiva che fa capo al famigerato ministro Fontana per sollecitare che la parte più retriva del paese su questi temi.
Quindi contestazione non ad un libero dibattito o a un convegno culturale ma a una vergognosa operazione manipolatoria. Opporsi e fare fallire un tanto evidente atto antidemocratico e liberticida delle coscienze è stato quindi un atto di doverosa democrazia.
Ma veniamo al metodo di contestazione e boicottaggio usato. I mass media hanno praticamente tutti sparato titoli che parlano di urla e schiamazzi mentre Polledri ha parlato di atti fascisti. Da parte mia ho organizzato il mio intervento anche performativo nel fare le bolle di sapone agli “oratori”, quali venditori di fumo e nel chiedere ripetutamente la parola per un contraddittorio. Da parte del pubblico si è poi optato per una forma di boicottaggio sempre creativa consistente in ripetuti e continui applausi ironici. Una forma di contestazione che come informano le cronache era già stata usata in occasione del premio di poesia “Città di Piacenza” tenutosi al Municipale nel novembre del 1968. Quindi nulla di violento e di “maleducato”. Anche se di fronte alle bolle di sapone Polledri mi ha ripetutamente insultato, come si evince dai numerosi filmati, con l’epiteto di fascista, cosa che costituisce reato di diffamazione.
Quindi nessuna violenza e nessun reato da parte del pubblico. La violenza sopraffattrice è semmai venuta dagli organizzatori che dopo due ore di interventi degli oratori hanno concesso a me ed al pubblico di fare interventi al massimo di un minuto. Ma in un minuto com’è possibile svolgere un qualsiasi ragionamento basato su solide argomentazioni? Inoltre l’ineffabile parlamentare Pillon (dopo avere risposto al pubblico che lo contestava che lui era un parlamentare importante che aveva fatto questo e quello, si era rivolto personalmente ad alcuni del pubblico, compreso chi scrive, dicendo : “e tu chi sei, cosa hai fatto nella vita?”,insomma: “io so io e voi non siete un cazzo”). Pillon, dicevamo, quando sono salito sul palco per fare il mio intervento ha anche cercato di impedirmi di parlare (non dal pubblico, come era suo diritto ma dal tavolo degli organizzatori come non era suo diritto), tentando di parlare al mio posto nel microfono prima di essere allontanato dalla polizia.
In conclusione da parte degli organizzatori, una figuraccia cosmica che, tra l’altro, ha causato notevoli malumori anche nel campo del centrodestra tanto che lo stesso Foti non voleva più prendere la parola come era previsto dal programma e solo dopo le insistenze di Polledri e soci ha parlato con dei distinguo (“ci voleva il punto interrogativo nel titolo…”). Lo stesso Pisani, dirigente della Lega, nel suo intervento ha scelto un profilo non basso ma bassissimo.
Il fatto è che la fazione di Polledri, mal vista anche all’interno della Lega, ha coinvolto nel suo fallimento e nel ridicolo conseguente non solo i suoi riluttanti capi di Partito, ma anche i suoi alleati, in primo luogo la sindaco Barbieri il cui silenzio al riguardo è significativo.
In questo contesto cara signor Sindaco le dimissioni di un politico talmente sprovveduto come Polledri, che si copre ripetutamente di ridicolo ed è fonte di discredito per la sua stessa maggioranza, nonché per l’intera città, non crede che sia un atto dovuto ed improcrastinabile?