Elezioni sindaco di Piacenza: Arcigay incontra i candidati

In vista delle prossime elezioni amministrative per scegliere il sindaco e il consiglio comunale di Piacenza, L’Atomo Arcigay Piacenza ha voluto confrontarsi con i candidati. Sulla base di alcune domande, i candidati sindaco di Piacenza si sono espressi sulle tematiche LGBTI (Lesbian, Gay, Bisex, Transgender e Intersex). Ecco il quadro che ne è emerso. La candidata di centrodestra, Barbieri, non ha risposto alle nostre domande, probabilmente non ritenendo importanti le tematiche che toccano una larga parte di popolazione cittadina. Ha ritenuto opportuno, invece, sottoscrivere il manifesto politico degli ormai famosi “no Gender” o “ProLife” che a Piacenza si sono chiamati “Proteggiamo i nostri figli”, quei soggetti che hanno tentato di fermare la legge sulle unioni civili, che sponsorizzano la “cura degli omosessuali”, ritenendoli malati, e che usano strumentalmente i propri figli innocenti per le battaglie liberticide. Anche Trespidi, indipendente di centrodestra, ha sottoscritto il manifesto di “Proteggiamo i nostri figli”. Gli altri candidati, invece, alla prima domanda dove s’interrogano se nel proprio programma sia presente il contrasto alle discriminazioni in generale, comprensiva di quella contro le persone LGBTI, hanno risposto di volersi impegnare in tale direzione. Per Ponzini il proprio programma “si snoda tutto attorno ai temi della inclusività e della partecipazione”, mentre Rabuffi rivendica: “la mia storia ed il mio presente sono basati sulla convivenza e sull’accettazione delle diversità che rendono ognuno di noi “individuo unico” della specie umana”. Rizzi fa riferimento al recente percorso della legge sulle Unioni Civili sostenuta dal PD, mentre Trespidi non si sbilancia troppo con un generico impegno a dialogare per ciò che può riguardare la natura e i confini del nostro impegno. Il candidato del Movimento 5 Stelle, Pugni, evade in parte dalla domanda: “sarà nostro impegno rimuovere ogni discriminazione che non sia basata sul merito, la capacità di fare e l’onestà”. L’Atomo Arcigay Piacenza ha, poi, proposto la possibilità di creare un tavolo permanente contro le discriminazione: idea che ha incassato risposte positive da tutti i candidati, fatta eccezione per Trespidi: “Nasciamo per offrire alla città soluzioni a problemi concreti di vita amministrativa, non per sostenere una visione dell’uomo o fare battaglie di principio”, ritenendo non prioritario abbattere le barriere discriminatorie. Anche in questo passaggio, Pugni non entra nel merito: “una buona idea è una buona idea – afferma il candidato cinque stelle – da chiunque provenga”. Si è passati a parlare di formazione ed educazione, con la visione di creare due proposte formative rivolte alle scuole del territorio e ai comparti sanitari. Sulla prima, in relazione al contrasto al bullismo omofobico, Ponzini e Rabuffi si dichiarano interessati, con la prima candidata che racconta del progetto “Minou, il filo amico” al quale ha collaborato per la realizzazione, rivolto alle scuole primarie: “Credo che iniziative come questa siano la strada migliore per creare adulti responsabili e in grado di approcciarsi in maniera corretta a queste tematiche”. Per Trespidi il progetto non è realizzabile e il Comune non potrebbe fare proposte agli istituti per non andare in contrasto all’autonomia scolastica, mentre per Rabuffi “Un Comune volàno di intese e collaborazioni fra Enti è di certo quanto mi sento di garantire”. Pugni riporta il tema sul piano generale, chiarendo che “circa il fenomeno del bullismo esso colpisce a largo spettro e va combattuto a largo spettro”. Per il candidato PD Rizzi “è un percorso da costruire con le scuole”. La seconda proposta, quella di realizzare un progetto simile a “Oltre gli stereotipi di genere”, lavoro promosso dal Comune di Ferrara e volto a sensibilizzare gli operatori sanitari in tema d’approccio al paziente a rischio discriminazione attraverso una convenzione con l’AUSL per la creazione di corsi di formazione per il personale sanitario, ha raccolto risposte differenziate. Se da un lato Rabuffi e Ponzini vedono la proposta come indispensabile, Pugni risponde che “siamo d’accordo a favorire la realizzazione di corsi che insegnino agli operatori il sorriso, la gentilezza e nel caso l’educazione”, nonostante il progetto citato sia specifico sulle discriminazioni, basato sulla letteratura scientifica e sulla Carta dei diritti fondamentali dell’UE. Trespidi e Rizzi hanno preferito non rispondere. Si è poi parlato della possibilità di realizzare iniziative sul territorio sempre coerentemente con le tematiche LGBTI, come il favorire un turismo attento a non discriminare, ampliare la rete di collaborazione con altre città e realtà nazionali e intitolare uno spazio cittadino alle vittime omosessuali dei campi di concentramento nazifascisti. In linea con le altre domande, Rabuffi, Ponzini e Rizzi si dimostrano disponibili a promuovere tali iniziative, mentre Pugni si dice disponibile a valutazioni future nel caso si presenti la possibilità concreta. Trespidi non risponde a tutte le domande, mantenendosi, in ogni caso, distante da tali proposte. In conclusione, i candidati che si sono dimostrati più attenti alle tematiche trattate dalla nostra associazione sono Ponzini e Rabuffi. Dal canto suo, Rizzi si è dimostrato disponibile a mantenere la collaborazione con il Comune costruita in questi ultimi anni e a combattere le discriminazioni, mentre Pungi non si è sbilanciato, dimostrando poca sensibilità alle tematiche specifiche e mantenendo un pensiero generalizzante. Trespidi, seppur non rispondendo mai in modalità contrastanti alle nostre tematiche e dichiarando la volontà di confronto nel rispetto reciproco, è risultato distante. Maglia nera per la candidata della coalizione di centrodestra, Barbieri, che non ha ritenuto utile dedicare una piccola parte del proprio tempo per confrontarsi con Arcigay, anche in eventuale contrasto. Come associazione che esercita la libertà, L’Atomo Arcigay Piacenza non esprime un’esplicita indicazione di voto. Invita le cittadine e i cittadini piacentini a votare tenendo conto delle proprie sensibilità in tema di diritti umani.

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