Droga e violenze alla compagna, poi con la pistola spara in un bar: 20enne arrestato

Spara in un bar affollato di clienti. Una follia compiuta da, Tommaso Falchi, un ragazzo di soli 20 anni che ora si trova in carcere. I fatti risalgono al 4 gennaio scorso. Il giovane residente nella zona di Carpaneto insieme alla fidanzata di 19 anni, si trovava a Cadeo in compagnia di tre amici. Improvvisamente, sotto l’effetto della cocaina, ha estratto una pistola e ha esploso tre colpi, due in aria mentre l’ultimo contro il dehor di un locale. Il proiettile, dopo aver trapassato il gazebo e la saracinesca è andato a conficcarsi nella copertura di legno di un termosifone, all’interno di una stanza dove erano seduti 16 clienti. Dopo il gesto sconsiderato il 20enne e gli amici sono entrati nello stesso bar, come se nulla fosse. Solo dopo oltre un’ora il titolare ha chiamato i carabinieri ma i responsabili si erano già allontanati. Visionando le telecamere e recuperando informazioni sommarie i militari hanno capito che il gesto era stato compiuto dai quattro amici e su di loro si sono concentrati gli accertamenti basati anche su perquisizioni domiciliari. Proprio nella casa del 20enne le forze dell’ordine hanno trovato le munizioni di una pistola, carte di credito risultate rubate e alcuni attrezzi da lavoro risultati sottratti all’azienda dove il giovane era impiegato. In seguito a questi ritrovamenti i carabinieri hanno denunciato il ragazzo con le accuse di detenzione abusiva di arma da fuoco, appropriazione indebita e ricettazione.

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La vicenda sembrava finita qui, con il 20enne in attesa di processo, quando invece i carabinieri di Carpaneto hanno ricevuto in caserma la visita della fidanzata del ragazzo. La 19enne si è presentata agitata e sconvolta spiegando di non poterne più dell’inferno che il compagno le stava facendo vivere. Maltrattamenti e violenze di ogni genere, anche di inaudita gravità: costretta ad avere rapporti sessuali anche quando non voleva, picchiata con bastoni e calci, minacce continue per lei e la sua famiglia. Fino all’apice: una sera i due si trovavano all’interno di una pizzeria quando, davanti a tutti i clienti, il ragazzo aveva estratto la pistola e l’aveva puntata alle tempie della fidanzata, poi aveva premuto il grilletto ben sapendo che l’arma era scarica. Il giorno dopo, invece, nel corso di una lite, il 20enne aveva di nuovo estratto la pistola ma quella volta aveva sparato, ad altezza d’uomo, a pochi centimetri dall’orecchio della ragazza terrorizzata. Sempre quella pistola, un’arma che il Falchi teneva sotto il cuscino e che esibiva per darsi forza, per sentirsi un vero gangster. Lo scriveva anche ai suoi amici su whatsapp in quelle conversazioni finite ora in mano agli inquirenti: “Qua siamo abituati così, qui siamo armati from Tirana Kossovo. Non ci arresta nessuno!”.

E invece i carabinieri della compagnia di Fiorenzuola e della stazione di Carpaneto lo hanno arrestato. Dopo aver raccolto le testimonianze della giovane i militari hanno iniziato a intercettare le telefonate con l’aiuto della Polizia Postale scoprendo in effetti che il 20enne era in possesso di una Beretta calibro 7,65, perfettamente congruente con i proiettili trovati in casa e i bossoli rinvenuti accanto al locale di Cadeo. La stessa pistola con cui il giovane si era di fatto scattato un selfie. In realtà l’arma non è mai stata trovata ma gli elementi a disposizione degli investigatori erano già sufficienti e la Procura ha deciso di emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con le accuse di detenzione e porto abusivo d’arma da fuoco, esplosioni pericolose, ricettazione, danneggiamento aggravato, detenzione abusiva di munizionamento, appropriazione indebita, maltrattamenti, minaccia aggravata. Dalle indagini è emerso anche un episodio in cui il 20enne avrebbe ceduto 50 grammi di marijuana a un amico, motivo per cui dovrà rispondere anche di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. “Sia il 20enne che la compagna 19enne facevano largo uso di cocaina e questa triste vicenda va letta proprio in questo contesto di dipendenza da droghe che rappresenta sempre di più una vera calamità per la nostra società” commenta Emanuele Leuzzi, comandante della compagnia dei carabinieri di Fiorenzuola.