«Bonaccini corre in soccorso dei fautori del turbo-capitalismo che usa l’immigrazione sregolata come arma per abbattere i diritti sociali e civili. Il suo rigetto del Decreto Sicurezza è infatti solo un favore a chi notoriamente trae vantaggi economici dal traffico di esseri umani». È la critica mossa da Matteo Rancan, consigliere regionale della Lega, al presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che al termine della seduta di giunta del 7 gennaio ha annunciato il ricorso alla Corte costituzionale contro parti della legge firmata dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
«L’esecutivo dell’Emilia Romagna – attacca – ancora una volta dimostra di non avere la più pallida intenzione di lavorare per la sicurezza dei cittadini. Se a Roma c’è chi vuole fermare il business dell’immigrazione e portare la quiete nelle strade, a Bologna c’è chi mette i bastoni fra le ruote. Ma schierarsi contro il Decreto Sicurezza non significa osteggiare Salvini, vuol dire piuttosto schierarsi contro i piacentini e gli emiliano-romagnoli in genere, già vessati da immigrazione sfrenata e delinquenza. Il Partito democratico – insiste Rancan – vive perennemente in una bolla di felicità e bonarietà, ma il mondo che si trova al di fuori è ben diverso. La bolla sta però per esplodere: in autunno ci saranno le elezioni regionali e il centrosinistra sarà spazzato via anche dall’Emilia Romagna. I nostri cittadini meritano, e infine premieranno, un presidente e una giunta nemici dei potentati che governano l’immigrazione. Ricompenseranno chi in questi anni ha lottato per dare loro sicurezza e, all’opposto, puniranno impietosamente chi ha ignorato la sicurezza e non ha voluto fermare l’invasione».