Parte dall’Ex Macello di Piacenza, in pieno Quartiere Roma, il momento di incontro che questa mattina il candidato sindaco Paolo Rizzi ha voluto condividere con giornalisti e cittadini. Un partenza non casuale per tante ragioni. «Questi sono i luoghi della mia infanzia – ha detto Rizzi – Qui c’è la mia scuola, la mia chiesa, qui venivo a giocare da bambino e ci ho abitato a lungo». Un luogo simbolo, dunque, ma non solo per motivi personali. Rizzi, professore alla Cattolica di Piacenza ed economista, ritiene che il Quartiere Roma e in particolare l’ex Macello siano un simbolo della città, di com’era e i come – con riferimento proprio alla struttura una volta utilizzata come macello – dovrebbe diventare. «Questo è un luogo che Piacenza ha ripreso a vivere nel modo più bello che si possa immaginare e cioè con i giovani, con la formazione, con l’università». E prosegue: «Siamo di fronte a un recupero architettonico meraviglioso, funzionale ma nel rispetto della tradizione, con i mattoni, il ferro. Ed è importante che questa opera sia stata realizzata proprio qui, in questo quartiere».
Un quartiere difficile, spiega il candidato civico, «con una forte presenza di stranieri che a volte crea difficoltà». Ma è proprio questo tipo di recupero, questo tipo di utilizzo che indicano la via migliore per superare tali difficoltà: «Favorendo l’inclusione e quindi creando futuro per l’intero quartiere».
Il passaggio al tema della sicurezza, tanto sentito dai cittadini, è automatico. E Rizzi ha la sua ricetta: Piacenza si-cura, con il trattino.
«Una città che si cura – spiega – che si prende cura di se stessa, che cura il verde, che cura il decoro ma cura soprattutto le persone.
La sicurezza ha bisogno di relazioni oltre che di controllo, anch’esso assolutamente indispensabile». «Per vivere meglio in questa zona, come altrove, è necessario curarci tra di noi, con gli stranieri, con gli studenti. Curarci, tutti insieme, è il primo modo per vivere sicuri».
E visto che gli esempi contano più delle parole, Paolo Rizzi ci ha tenuto a fare due passi dall’Ex Macello fino in via Roma, alla Fabbrica dei Grilli di Bernardo Carli, ex preside del Liceo artistico Cassinari di Piacenza e oggi rappresentante di una nuova forma di «privato sociale, di volontariato in grado di creare inclusione», per dirla con lo stesso Paolo Rizzi.
La Fabbrica dei Grilli è un luogo fisico, una sorta di negozio nel quale però vige lo scambio: libri, conoscenza, corsi per bambini in difficoltà, tutto rigorosamente gratis. «E’ solo un esempio – spiega il candidato – ma significa che esiste una strada per nuove forme di coesione che producono sicurezza». Una sicurezza che si basa sì sul rafforzamento della vigilanza istituzionale ma anche su quello che Rizzi definisce «controllo collettivo, com’era e com’è ancora nei paesi delle nostre montagne e colline». «I gruppi di vicinato servono a questo» aggiunge, e servono in senso assoluto, servono anche alle forze dell’ordine che ne riconoscono il valore, naturalmente quando si limitano ad esercitare questa indispensabile funzione di controllo e di segnalazione. Lo dimostrano i premi che, per la prima volta nella storia piacentina, la Polizia di Stato ha deciso di assegnare ai cittadini che quest’anno si sono distinti in azioni che hanno portato al contrasto del crimine; premi assegnati l’altro giorno nel contesto ufficiale della Festa della polizia di Stato ai Teatini.
Forme di autoregolazione, dunque, che però non possono prescindere dalla conoscenza, come ha sottolineato lo stesso Bernardo Carli: è necessario creare luoghi in cui persone diverse, provenienti magari da culture diverse, possano incontrarsi e conoscersi. Un concetto che Paolo Rizzi ha fatto proprio: «E’ così che Piacenza si cura e diventa sicura».