Dalla Regione 25mila euro all’Istituto storico della Resistenza, Molinari (Pd): “Rafforzare le radici attraverso la memoria”

Chiusi a fine maggio i termini del bando rivolto agli istituti storici dell’Emilia-Romagna, a Piacenza sono stati destinati 25mila euro per l’attività programmatica. Per il progetto piacentino saranno investiti complessivamente 101mila euro di cui un quarto stanziato appunto dalla Regione. “Iniziative per le scuole, pubblicazioni, mostre, convegni corredati da percorsi di ricerca e formazione”: per il consigliere Pd Gian Luigi Molinari “sono risorse incamerate sapientemente per tenere vivo il ricordo dei fatti del secolo scorso che hanno scritto la storia dell’Emilia-Romagna per chi c’è e per chi ci sarà, così come previsto dalla legge regionale sulla Memoria del Novecento”. “Certamente – aggiunge – l’attenzione si focalizza sui giovani in età scolare, affinchè sia data loro la possibilità di apprezzare e rafforzare le proprie radici attraverso la memoria e le preziose fonti documentarie messe a disposizione. Non diamo mai per scontata la nostra storia – ha poi puntualizzato l’esponente del Pd -: il sostegno attivo a queste attività serve a rafforzare le nostre radici”.
Contestualmente alla delibera, la Giunta ha approvato anche uno schema di convenzione che verrà sottoscritto dalla Regione con ogni Istituto e che varrà per il triennio 2016-17-18. “Tutto ciò – spiega il consigliere – significa che di anno in anno siano presentate le attività in calendario, accompagnate dai rispettivi preventivi di spesa, a cui sarà concesso un contributo sulla base delle risorse disponibili sul bilancio”. In attuazione della legge 3 del 3 marzo 2016 viene inoltre riconosciuto il ruolo svolto dagli istituti storici presenti sul territorio regionale associati o collegati alla rete dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia: “un aspetto da non sottovalutare considerato il loro ruolo nell’attività di divulgazione culturale rivolta a tutti, ma che punta al protagonismo dei giovani per non dimenticare da dove vengono”.

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