Da un’auto in fiamme la scoperta di un vasto giro di spaccio, sette arresti. Professionisti e giovani tra i clienti – VIDEO

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Sette arresti per spaccio di cocaina e oltre 50 assuntori segnalati. E’ il risultato delle indagini compiute dai carabinieri del nucleo investigativo di Piacenza e coordinate dal pm Antonio Colonna. Un’operazione che ha avuto il suo epilogo la mattina dell’8 aprile scorso con un blitz che ha visto impegnati oltre 50 militari e 15 mezzi: un blitz nel corso del quale sono state perquisite abitazioni, setacciati esercizi commerciali e notificate sette ordinanze di custodia cautelare. Ma andiamo con ordine.

Il 30 ottobre 2015 ignoti diedero alle fiamme un’auto parcheggiata in una via di Monticelli d’Ongina, una Opel Corsa intestata a un tunisino di 51 anni. Vista la natura dolosa del rogo i carabinieri avviarono gli accertamenti del caso mettendo sotto controllo il telefono del nordafricano. Emerse che lo straniero era rimasto vittima di una ritorsione per non aver pagato alcune dosi cocaina: i militari avevano appena scoperto un giro di spaccio.

Le indagini presero subito il via attraverso osservazioni, appostamenti e intercettazioni. Il nucleo investigativo piacentino ha persino chiesto il supporto della Direzione Centrale Servizi Antidroga che ha fornito ai militari apparecchiature sofisticate e informazioni importanti. Pian piano gli investigatori hanno gettato luce su un traffico di droga che coinvolgeva le zone di Piacenza, Monticelli, Castelvetro e Fiorenzuola.

Una volta raccolti elementi sufficienti gli inquirenti hanno deciso di notificare le ordinanze a sei membri del gruppo e la mattina dell’8 aprile è scattato il blitz: in manette sono finiti Ardian Halilaga, albanese di 43 anni residente a Piacenza, Dino Di Leno, 41enne residente a Piacenza, Giuseppe Sorte, 21enne residente a Monticelli, e Andrea Magnani, 47enne residente nella zona di Morfasso. Altri due albanesi di 38 e 30 anni non sono stati trovati e sono ufficialmente latitanti. Nel corso delle perquisizioni, condotte con l’aiuto delle unità cinofile della guardia di finanza, è stata trovata hashish nell’abitazione di un 44enne di Fiorenzuola, Francesco Strino, anche lui quindi arrestato in flagrante: tutti e sette devono rispondere delle accuse di detenzione di droga ai fini di spaccio. Per il 43enne albanese Ardian Halilaga un capo di imputazione in più, possesso abusivo di arma da fuoco e ricettazione: il 12 gennaio 2016 infatti, nel garage dell’abitazione dello straniero, i carabinieri avevano rinvenuto una pistola priva di proiettili rubata.

“Parliamo di un gruppo di spacciatori piuttosto organizzato e prudente – spiega Massimo Barbaglia, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Piacenza – basti pensare che nel corso delle perquisizioni domiciliari abbiamo rinvenuto, oltre ai vari strumenti per il confezionamento delle dosi e sette piantine di canapa, anche un sistema di rilevamento delle microspie, una microspia e un jammer telefonico, strumento utilizzato per impedire ai cellulari di ricevere o trasmettere onde radio, in sostanza per evitare di essere intercettati”.

Un plauso ai carabinieri anche da parte del procuratore capo Salvatore Cappelleri che commenta: “Ciò che è davvero inquietante è il numero e la tipologia degli acquirenti e dei consumatori. Il gruppo spacciava prevalentemente cocaina a persone di ogni età e ceto sociale: sono circa 50 i consumatori segnalati alla prefettura, di età compresa tra i 25 e i 50 anni di età, e parliamo di operai, baristi, architetti, professionisti di vario tipo. Quello che abbiamo riscontrato è che i consumatori hanno perso il senso della gravità di questa abitudine: fare uso di cocaina viene considerato un vizio normale, come fumare sigarette. Oltre alla questione della salute, però, queste persone dimenticano che consumare droga è illegale e credono che nel caso si venga scoperti non vi siano conseguenze: non è così. La segnalazione alla prefettura non è una formalità: viene avviato un procedimento amministrativo che può portare alla sospensione della patente, alla revoca del porto d’armi, alla sospensione del passaporto. Provvedimenti che possono causare problemi anche a livello lavorativo”.

Federico Gazzola