E’ del 4 dicembre l’ultima assemblea dei lavoratori di Selta spa, azienda che lavora nell’ambito della cyberg security e degli impianti ad alta tecnologia digitale con sede a Cadeo (Piacenza), e stabilimenti a Tortoreto Lido (Teramo), Roma e Avellino con quasi 300 dipendenti in totale. All’ordine del giorno di quell’assemblea c’era, e non era la prima volta, la crisi della società che vede tutti i suoi lavoratori in cassa integrazione straordinaria e il prossimo incontro tra sindacati di categoria (Fiom Cgil e Fim Cisl) e azienda, in agenda per venerdì 14 dicembre al quartier generale di Cadeo, in cui aleggiava quantomeno la speranza, finalmente, di parlare di un vero rilancio dell’azienda.
Invece, la doccia fredda: Selta ha portato i libri in tribunale. “L’azienda ha tenuto all’oscuro i lavoratori del fatto che avesse portato i libri in Tribunale – precisano Maurizio Mori della Cgil di Piacenza e Luigi Bernazzani della Fim Cisl -. E’ l’ennesimo gesto di arroganza di una società che non ha mai dato retta, in questi anni, né a noi né tantomeno ai revisori che sottolineavano, nell’ultimo bilancio societario, alcune voci di gestione da mettere sotto controllo”.
I sindacati si riferiscono ai compensi del Consiglio di Amministrazione di Selta Spa definiti “incomprensibili e proporzionati rispetto alla situazione economica e patrimoniale della società”, da quanto si legge nel bilancio ordinario d’esercizio chiuso il 31 marzo 2018. Emolumenti che avevano lambito il mezzo milione di euro (457.467 euro) nel precedente bilancio (con lavoratori già in cassa integrazione e procedure di mobilità aperte) e che poi erano “scesi” a 370mila euro in quest’ultimo rendiconto economico.
“Si richiede – si legge nel documento contabile pubblico e disponibile in Camera di Commercio – che gli emolumenti (del cda di Selta, ndr) vengano adeguati alla situazione e che l’Assemblea dei Soci intervenga prontamente per emolumenti del Cda che appaiono incomprensibile e spropositati”. “Purtroppo, quell’appello dei revisori non ha mai trovato ascolto – commenta Mori – ed è evidente che questi stipendi d’oro appaiono irrispettosi verso chi ora rischia di perdere il lavoro. Il territorio, ma in generale questa nicchia di mercato composta da un nugolo di azienda ad altissima tecnologia, non può permettersi di veder sparire Selta e le competenze di lavoratori e lavoratrici, soprattutto ingegneri ed esperti della digitalizzazione dei processi. Mantenere un livello occupazionale che dia la possibilità di un rilancio aziendale è una priorità non solo nostra, ma credo di tutto il territorio” concludono i sindacati.
Per queste ragioni i lavoratori di Selta hanno deciso di imbastire un presidio di fronte ai cancelli dell’azienda in occasione dell’incontro sindacale previsto per la mattinata di venerdì 14 dicembre.