Crescono esportazioni e costruzioni, rallenta il traino dell’industria

Nel 2018 l’ Emilia-Romagna sale ancora sul podio e si conferma seconda assoluta per crescita, dietro alla Lombardia e davanti al Veneto, con un ritmo di sviluppo che nel 2019 risulterà allineato a quello della Francia.

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E’ quanto risulta dall’edizione di luglio degli Scenari per le economie locali di Prometeia, analizzati da Unioncamere Emilia-Romagna.

Lo studio prospetta un rallentamento, più marcato per l’anno in corso e più lieve per il prossimo della crescita del PIL dell’Emilia-Romagna, che dovrebbe scendere all’1,4 per cento nel 2018 e riprendersi nel 2019 (+1,5 per cento). Una tendenza superiore all’1,2 per cento previsto a livello nazionale per l’anno in corso e il prossimo. Secondo Prometeia, nel 2018 la crescita del prodotto mondiale dovrebbe salire al 3,9 per cento. L’incremento sarà del 4,8 per cento per le economie emergenti e del 2,3 per cento per i Paesi industrializzati. In particolare, risulterà del 2,8 per cento negli Stati Uniti, del 2,1 per cento nell’area dell’euro e del 6,5 per cento in Cina. La tendenza regionale per il 2018 è determinata dal ciclo positivo degli investimenti (+2,9 per cento) e delle esportazioni (+3,2 per cento), mentre è lievemente più contenuta la crescita dei consumi (+1,4 per cento).

La ripresa è diffusa in tutti i settori, rallenta leggermente nell’industria (+2,0 per cento nel 2018 e +1,9 per cento nel 2019), si consolida apprezzabilmente nelle costruzioni (+1,3 per cento nel 2018 e +1,7 per cento nel 2019), mentre oscilla nei servizi (+1,1 per cento nel 2018 e +1,4 per cento nel 2019). Per quanto riguarda il mercato del lavoro, nel biennio 2018-19, la crescita degli occupati (+0,4 e +0,7 per cento rispettivamente) supera quella delle forze lavoro e questa è più elevata di quella della popolazione. Ne risulta un lieve aumento del tasso di attività e del tasso di occupazione, che salirà al 44,9 per cento nel 2019. Torna a aumentare la produttività del lavoro, ma si ridurrà più gradualmente la disoccupazione dal 6,4 per cento dello scorso anno al 6,3 per cento del 2019.