Il rapporto tra credito e imprese in Emilia-Romagna continua a dare segnali di progressivo lento miglioramento. Dopo aver raggiunto il punto di maggior criticità nel 2013, la situazione è andata progressivamente migliorando con una lenta tendenza positiva ancora in atto. Questo è l’andamento di fondo che emerge dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sul credito realizzato da Unioncamere Emilia-Romagna e Camere di commercio della regione in occasione delle periodiche rilevazioni congiunturali e condotta su di un campione rappresentativo di imprese sul territorio regionale nel corso dell’estate 2018.
A migliorare sono tutti i parametri di accesso (quantità di credito concesso, strumenti finanziari a disposizione e tempi di valutazione) e di costo(tassi applicati, garanzie richieste e costo complessivo) del credito ma, mentre per i parametri di accesso gli imprenditori soddisfatti sono tornati al di sopra del 50% già dal 2014, la stessa cosa non può essere detta per i parametri di costo che hanno superato questa soglia critica solo nel corso del 2017.
Un aspetto particolarmente delicato del rapporto tra banca e impresa, soprattutto alla luce delle problematiche inerenti i non performing loans bancari nel nostro Paese, è costituito dalla capacità delle imprese di far fronte ai propri impegni con gli istituti di credito. Da questo punto di vista, la situazione registra nel 2018 sostanzialmente in linea con quella dell’anno passato col 5,3% delle imprese che non sono riuscite a far fronte ai propri impegni (dal 4,6 per cento dello stesso periodo del 2017). Tali imprese sono più frequenti nei settori delle costruzioni (che tuttavia registra un buon miglioramento rispetto all’anno passato) e del commercio (che invece fa riportare un peggioramento rispetto al 2017).
Se quella appena descritta è la situazione media regionale, è possibile entrare nel dettaglio dei diversi settori utilizzando la tabella sinottica sopra riportata. La situazione settoriale riflette, da una parte, il miglioramento complessivo della situazione e, dall’altra, i rapporti tra i settori che si erano già presentati nelle precedenti edizioni dell’Osservatorio. In particolare, i comparti che riportano una situazione migliore rispetto alla media si confermano meccanica e moda mentre quelli che riportano una situazione più critica della media sono anche quest’anno il commercio e le costruzioni. Nel corso del 2018 l’alimentare appare in una situazione migliore della media generale mentre le altre industrie fanno registrare una situazione, sostanzialmente, prossima alla media. L’ultima colonna della tabella mette in luce il miglioramento medio in punti percentuali dei singoli parametri.
Quando viene chiesto alle imprese quale sia stata la maggior criticità che ha caratterizzato i primi sei mesi dell’anno in termini di rapporto con gli istituti di credito, si scopre che quest’anno, dopo diverso tempo, la maggior parte delle imprese riferisce di non aver riscontrato nessuna criticità particolare. Più in dettaglio, risulta in forte contrazione la percentuale di imprese che lamenta un aumento dei costi complessivi del finanziamento, anche se aumenta leggermente l’incidenza di quelle che riportano un aumento dei tassi applicati e delle garanzie richieste, segno – probabilmente – dell’incidenza dei così detti “costi diversi” del finanziamento.
Focus sulle imprese artigiane
Un confronto dei parametri di accesso e costo del finanziamento bancario tra il complesso delle imprese e le imprese artigiane della regione mostra una generale tendenza di queste ultime a riportare un minore livello di soddisfazione rispetto sia ai parametri di costo, sia ai parametri di accesso. Stesso andamento ma valori inferiori, potremmo dire.
Questo differenziale è presente lungo tutto l’orizzonte temporale della rilevazione (2010 – 2018). Lo stesso fenomeno può essere notato nei confronti delle criticità riportate nel rapporto con le banche e dell’incidenza delle imprese che non sono riuscite a far fronte ai propri impegni verso gli istituti di credito mostrando come le imprese artigiane vivano un rapporto col credito più teso del complesso delle imprese regionali.