Un centinaio tra facchini della GLS, iscritti al sindacato USB, militanti di centri sociali da Milano e volti noti della sinistra piacentina si sono ritrovati davanti all’hub della GLS a Montale per ricordare Abd El Salam, l’operaio egiziano morto durante un sit in davanti all’azienda dopo essere stato investito da un tir.
Era la notte tra il 14 settembre e il 15 settembre 2016, giusto un anno fa. La versione della Procura parla tutt’oggi di un tragico incidente ma i compagni di sindacato e i colleghi dell’operaio morto non l’hanno mai pensata così: “Un anno fa davanti ai cancelli della GLS di Piacenza, durante un blocco delle merci organizzato per protestare contro la mancata stabilizzazione dei facchini precari prevista nell’accordo del 31 maggio 2016 con la stessa GLS, esplose la violenza padronale: un tir investì Abd El Salam che davanti all’uscita partecipava al blocco in solidarietà con i suoi compagni precari”.
“Abd El Salam aveva un rapporto di lavoro a tempo indeterminato ottenuto con le lotte fatte durante i suoi 14 anni nei magazzini della GLS, ma nonostante questo non aveva dimenticato cosa significhi per un immigrato non avere la certezza di un contratto, dovendo subire una condizione di precarietà che mette in discussione tutta la propria esistenza. Ma non solo di questo si è trattato: quella lotta aveva messo in evidenza tutto il valore della dignità dei lavoratori che non sono più disponibili a condizioni di lavoro e contrattuali fuori dalle regole minime e senza diritti”.
“Purtroppo, nonostante il sacrificio di Abd El Salam, le cose non sono cambiate, anzi – spiega Riadh Zaghdani, rappresentante di USB – l’azienda ha spostato una linea produttiva e oggi 40 operai sono in esubero. Stiamo affrontando la questione sui dovuti tavoli e nelle sedi deputate. Ma questo sta a significare che la lotta non è finita”.
Alla manifestazione erano presenti anche Roberto Montanari e Nando Mainardi di Rifondazione Comunista, e Luigi Rabuffi della lista civica Piacenza in Comune.