«Il veganesimo è infondato e falso». Chiaro e dritto al punto: Giampaolo Maloberti, presidente del Consorzio La Carne Che Piace, non fa troppi giri di parole per attaccare la dieta vegana, «un’etica inesistente, incentrata su un sistema produttivo responsabile a sua volta di disastri umani, ambientali e climatici, nonostante si metta la coccarda del cruelty free».
«L’omologazione mediatica – a parte casi rari – è arrivata al punto per cui chi si nutre di carne, elemento fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo, è una bestia feroce, un individuo “cattivo”. Mentre chi rifiuta il consuma di prodotti derivati dagli animali è il salvatore del mondo, una persona “buona”. Falso. La quinoa, per esempio, uno dei principali ingredienti utilizzati dai vegani, viene coltivata nei due Paesi più poveri del Sud America – Perù e Bolivia – e ha totalmente peggiorato l’esistenza degli abitanti di entrambi i Paesi. Il prezzo della quinoa è triplicato, fino ad arrivare agli 8mila euro a tonnellata, perciò gli abitanti di quelle zone – che vivono solamente con 2 dollari al giorno – hanno cambiato la loro dieta, oppure si sono affidati alla criminalità organizzata che lotta per la conquista di terreni coltivabili a quinoa», spiega Maloberti. «Anche la maionese di anacardi, e non di latte animale o uova, ha uno scarso “contenuto etico”. Buona parte degli anacardi arriva dal Vietnam, dove è in atto un’agricoltura in condizioni tiranniche, da terzo mondo, con il lavoro forzato all’ordine del giorno. La filiera prosegue nel Sud dell’India, un’area povera e sottosviluppata, dove le donne lavorano incessantemente senza alcuna tutela o sicurezza: l’olio rilasciato dai gusci degli anacardi, infatti, contiene sostanze che danneggiano la pelle delle lavoratrici, prive di guanti protettivi».
«Il Messico in meno di 10 anni ha decuplicato l’esportazione di avocado. Poiché la domanda è in aumento, gli agricoltori stanno espandendo i loro frutteti per aumentare le forniture, a discapito delle foreste. La deforestazione tocca i 700 ettari all’anno. Pure per la soia ogni anno viene raso al suolo il 3% della foresta pluviale Argentina. Insomma, il polmone della terra soffre a causa della famigerata etica vegana. Questo promemoria va a chi – nel nome di questa follia – sta tentando di uccidere l’allevamento e la macellazione, due fonti che da secoli sfamano le famiglie italiane, rappresentando qualità e tradizione, oppure a chi vuole conquistare voti facendo leva sull’affetto nei confronti degli animali, dando vita a forze politiche puramente propagandistiche pochi mesi prima delle elezioni politiche».