Riceviamo e pubblichiamo la nota del pedagogista Daniele Novara sul giorno della Memoria: “Creare una connessione tra passato e presente”.
Non ci si può accontentare di una Memoria ingessata, mummificata, utile per gli storici ma incapace di offrire alle nuove generazioni strumenti di interpretazione critica del presente per rivelare e contrastare le attuali forme di apartheid, segregazione e razzismo. Il giorno della Memoria è un’occasione per vedere il passato in funzione dei problemi e delle domande sollevate dal presente. Non necessariamente i contenuti storici diventano in automatico valori etici o trasformazioni positive nel nostro quotidiano. A volte anche le visite ai luoghi della memoria risultano una gita tra le tante, in assenza di un confronto tra passato e presente che vada oltre la pura e semplice emozione.
“Creare una connessione tra passato e presente”
E’ qui che entra in gioco la Memoria formativa, capace di fare propria l’eredità di una triste pagina di storia e di proiettarla nei giorni attuali. In questa ottica c’è infatti uno scambio fra presente e passato che garantisce la possibilità di costruire le migliori condizioni di convivenza. A prescindere dai contenuti retorici, moralistici o ideologici. E’ una Memoria che vuole creare, nelle nuove generazioni, quella capacità di leggere i fatti in modo critico. Con il fine ultimo di lasciare, di generazione in generazione, un mondo migliore.
La Memoria formativa è, in altre parole, una forma vigile e attenta al rapporto tra passato e presente. Ed è pronta a cogliere le connessioni, a raccogliere domande e a trasformarle in cambiamenti possibili. Retorica e spirito acritico sono le sue nemiche.