Confindustria, segnali molto positivi: fatturato in crescita e aumenta l’occupazione – AUDIO

L’Ufficio Studi di Confindustria Piacenza prosegue la sua attività di rilevamento dei dati economici riferiti alle proprie aziende associate del settore manifatturiero, elaborando una nuova indagine congiunturale relativa alle variazioni economiche intervenute nel primo semestre 2017 rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente. Sono inoltre state rilevate le previsioni per il secondo semestre 2017. I dati sono stati ottenuti attraverso la somministrazione alle imprese associate di un questionario, composto da una parte consuntiva ed una parte previsionale. Le numerose risposte raccolte hanno permesso di costruire un campione altamente significativo: le imprese coinvolte rappresentano, infatti, circa 3 miliardi di euro di fatturato e circa 9.000 addetti.

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I risultati dell’indagine svolta presso le imprese manifatturiere associate (primo semestre 2017 rispetto a primo semestre 2016) presentano variazioni di fatturato e di occupazione sostanzialmente in linea con quanto rilevato 6 mesi fa, confermando il miglioramento della congiuntura che si era registrato. Il quadro generale conferma i buoni risultati della precedente indagine, con un incremento del fatturato complessivo (+4,97%) e dati positivi sia per il fatturato interno (+4,70%) che per quello estero (+6,08%). Le vendite sui mercati internazionali rimangono fattore indispensabile alla crescita delle imprese, ma anche il mercato interno conferma i segnali positivi registrati nella scorsa rilevazione. In particolare è da evidenziare il buon risultato delle vendite sul mercato domestico del settore meccanico, il più rilevate della nostra provincia, che ha beneficiato anche degli incentivi fiscali legati ad Industria 4.0 (in particolare super ed iperammortamento). La tendenza è confermata anche dai dati nazionali, dove anche in base ai dati e le previsioni di Federmacchine, il mercato interno rappresenta nuovo motore dell’industria italiana dei costruttori di beni strumentali. La conferma delle buone performance del settore meccanico (+4,98%) arriva anche dall’analisi di dettaglio del Monitor dei Distretti – Emilia Romagna, che segnala una chiusura in forte crescita (+37,3% nel primo trimestre 2017 rispetto allo stesso trimestre 2016) per il distretto piacentino delle macchine utensili (Fonte: Direzione Studi e Ricerche Intesa San Paolo).

Ottimi risultati emergono dall’indagine soprattutto per le imprese alimentari, che si confermano sempre più come un comparto dinamico ed in forte crescita (fatturato +10,02%, fatturato estero +14,89%, fatturato interno +9,43%). Positivo anche il dato dell’occupazione (+1,19%). In tema di mercato del lavoro, segnaliamo l’incremento delle ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria, straordinaria ed in deroga, relative a industria e artigianato, nei primi sei mesi del 2017 rispetto all’anno prima.

Per quanto riguarda le previsioni riferite al secondo semestre 2017, si conferma la fiducia circa la stabilizzazione del trend positivo. Il 40% degli imprenditori prevede un aumento del fatturato, solo un 8% ne prevede una diminuzione. Stessa lettura emerge dalle previsioni sugli ordini (37% di previsioni positive contro il 5% di previsioni negative).

“L’industria piacentina sembra quindi cogliere le opportunità del contesto internazionale che pare sempre più favorevole, pur non mancando rischi ed incognite. La recente analisi del Centro Studi di Confindustria conferma il perdurare dell’espansione dell’economia e del commercio mondiali con ritmi che rimangono i più alti dall’inizio della crisi. L’andamento degli ordinativi, soprattutto nel settore manifatturiero, preannuncia a livello globale una buona crescita dell’attività produttiva nel corso dell’estate” commentano il presidente degli Industriali, Aberto Rota e il direttore Cesare Betti.

Tuttavia, non mancano rischi ed incognite che generano dubbi sulla solidità e durata delle attuali tendenze. Anzitutto, permane alta l’incertezza politica che si traduce in scarsa visibilità sull’orizzonte delle decisioni di politica economica che verranno assunte dai governi. A cominciare dagli Usa, su molteplici fronti: dal commercio estero (nonostante l’atteggiamento sia diventato più pragmatico) alle misure di bilancio (con la maggioranza repubblicana divisa). Per proseguire con la Cina, dove si prospetta una maggiore severità nei comportamenti finanziari e si rinfocolano così i timori di atterraggio duro su un sentiero di sviluppo più basso. Per finire con l’Europa, nella quale da un lato c’è l’esito della Brexit (il negoziato appena partito ha ribadito le grandi difficoltà da superare) e dall’altro c’è la necessità del rilancio della governance dell’Eurozona, posto che a conclusione del ciclo elettorale le politiche di bilancio torneranno a orientarsi verso la riduzione dei disavanzi in molti paesi. In secondo luogo, spicca la nuova fase verso cui stanno andando le politiche monetarie: le banche centrali si muovono in direzione di una riduzione dell’iperespansionismo, coscienti di avanzare in terre inesplorate e ben determinate a evitare turbolenze destabilizzanti. La forte reattività dei tassi a lungo termine e dei cambi è il termometro di tutto ciò. Il trend per i primi rimane di innalzamento mentre nei secondi il dollaro va verso una minor forza. L’Italia rimane ben ancorata alla ripresa mondiale, seppure in posizione di inseguitrice. Per l’avvicinamento al gruppo di testa rimane cruciale il passaggio di una manovra d’autunno che punti sul rafforzamento degli investimenti e sul lavoro giovanile (bassa occupazione ed emigrazione dei giovani stanno riducendo molto il potenziale di crescita).

L’indagine analizza le variazioni di diversi indicatori economici riscontrate dalle imprese manifatturiere associate nel primo semestre 2017 rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente. L’andamento del fatturato conferma le variazioni positive riscontrate nella precedente indagine, in particolare per l’intero comparto manifatturiero registra un incremento rispetto al primo semestre del 2016 pari al +4,97%. Il dato conferma le previsioni di sei mesi fa, nelle quali gli imprenditori mostrarono fiducia circa la stabilizzazione del trend positivo. A livello settoriale, persiste il calo per le imprese del settore dei materiali edili (-5,12%) che hanno visto dimezzare il proprio fatturato negli ultimi dieci anni, mentre confermano dati positivi il settore meccanico (+4,98%), quello più rappresentativo dell’economia provinciale e quello delle industrie varie (+5,16%), che raggruppa i settori tessile, arredamento, legno, chimica/plastica ed altri.

Da segnalare la performance del settore alimentare che registra un incremento del fatturato a doppia cifra (+10,02%), confermandosi come uno dei comparti più rilevanti della nostra industria che sta con successo affrontando le nuove sfide del mercato, in particolare la propria apertura ai mercati internazionali. Il risultato del fatturato complessivo è dovuto all’incremento del 4,70% del fatturato interno e dal 6,08% del fatturato estero. Si conferma quindi decisivo il contributo che le vendite internazionali possono dare alla crescita delle nostre imprese. Discorso a parte in quest’occasione deve essere fatto per il settore meccanico (+6,39% mercato interno, +3,56% mercato estero), che denuncia un incremento del fatturato interno superiore rispetto a quello estero dovuto principalmente alla vivacità portata dalle agevolazioni fiscali legate ad industria 4.0 (super ed iper ammortamento); inoltre sui mercati internazionali stanno ancora soffrendo le imprese legate al settore oil & gas.