Attenzione ai Consorzi di bonifica. E’ l’appello che la Confedilizia lancia, a tutela della proprietà, dopo l’inconsueta alleanza tra Consorzi di bonifica, costruttori edili, sindacati e ricercatori di cui ha dato notizia l’Ansa di ieri l’altro. L’Alleanza chiede – sotto il pretesto di presunte pastoie burocratiche – l’immediato sblocco di centinaia di milioni di euro, insofferente evidentemente per i controlli (anche preventivi) che l’erogazione a soggetti privati di un’ingente somma come quella in questione di certo richiede da parte degli organi competenti, sbrigativamente liquidati come burocratici e basta.
La Confedilizia, fiduciosa che il nuovo corso politico riesca a cambiare qualcosa anche in questo settore (rimasto alla prima Repubblica) evidenzia ancora una volta – come, inascoltata, fa da più tempo – che non si comprende perché l’esecuzione di tutte queste opere (“strutture idriche utili allo sviluppo dell’agricoltura, del turismo, dell’agroindustria e del made in Italy” secondo l’Alleanza, ma chi più ne ha più ne metta…) non può essere affidata ai Comuni, dato che – tutti lo sanno – gli stessi già provvedono ad appaltare lavori anche di importi ben superiori a quelli dei Consorzi.
In questo modo – fa presente la Confedilizia – si realizzerebbe davvero una rivoluzione copernicana contro il dispendio derivante, nel migliore dei casi, dall’affidarsi ad enti che disperdono mezzi in un’infinità di rivoli ed opere, senza alcuna visione generale, così come lo stato idrogeologico del Paese dimostra.