E’ una Confagricoltura che vibra all’unisono quella che si è vista all’Assemblea generale di Confagricoltura Piacenza martedì 13 giugno presso la Volta del Vescovo. “Confagricoltura vuole tutelare e rappresentare l’impresa – ha sottolineato Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura – ci tengo molto al confronto con il territorio perché è da lì che vengono le istanze concrete degli imprenditori. Tutti parlano di agricoltura, ma quotidianamente siamo noi che produciamo ed esportiamo. Questo aggredire il mercato lo si fa con le tecnologie e soprattutto con un’agricoltura competitiva. In Spagna il gasolio costa un euro al litro, noi lo paghiamo un euro e mezzo. Come possiamo essere competitivi se perdiamo 600 euro solo per mettere il gasolio nel camion? Come possiamo dire di volere un’Italia competitiva che guarda al mondo, se poi non abbiamo una politica per i porti e gli aeroporti? Senza gli strumenti di competitività non possiamo combattere in un mercato globale e il nostro “made in Italy”, che ad armi pari con i competitor potrebbe sì essere un valore aggiunto, diviene un freno perché non si traduce in ulteriori margini. Noi, ha concluso Giansanti, siamo l’associazione degli agricoltori che si alzano con l’ansia perché entro sera devono aver prodotto e fatto margine per mantenere vive le imprese e per far questo necessitano di mezzi e strumenti”.
Dello stesso avviso il presidente di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini che prendendo parola ha dapprima ringraziato il presidente uscente, Enrico Chiesa e il direttore, Luigi Sidoli, per poi condurre l’Assemblea, a cui hanno preso parte numerosi rappresentanti delle Istituzioni, a chiedere insieme una nuova alleanza per il Paese. “Assistiamo – ha detto Gasparini – all’avanzata culturale degli ostacoli, alla cultura del “no” e ovunque voi andiate l’agricoltura è dipinta come impattatante. Ma non esiste al mondo un’attività antropica senza alcun impatto. Noi siamo ambiente, altri sono ambientalisti. Ci siamo dimenticati di valutare costi e benefici? Ci chiedono enormi garanzie di prodotto e di processo senza avere il concetto di misura del rischio. Questo atteggiamento così radicale non può continuare, dobbiamo capire che natura ha, da dove viene e come si combatte”. “La tutela dell’ambiente non c’è se si portano alla chiusura le aziende agricole di quel territorio – hanno concordemente sottolineato Giovanna Parmigiani, membro di giunta nazionale con delega all’ambiente e Gianni Tosi, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna. “Noi siamo l’agricoltura che fonde tradizione e tecnologia per fare economia e guardare al futuro. Vogliamo farci carico dei problemi per dare soluzioni e ottenere risultati perché è questo che fanno gli imprenditori veri – ha proseguito Gasparini – il Paese sta morendo di burocrazia, mentre vi voglio dimostrare che senza alcune norme sarebbe migliore: alcuni controlli non portano a nulla perché non migliorano la qualità dei prodotti e dei processi e l’applicazione diversa, da regione a regione, è sintomo che non stiamo più badando alla sostanza. L’economia è altra cosa. Vi do la ricetta: dobbiamo dire che certe richieste sono irricevibili, togliamo fondi ai controlli inutili, ridiamo responsabilità alla politica, avanziamo richieste concrete affinché si possa costruire insieme alle altre forze produttive un nuovo welfare per il Paese”.