Con l’auto del Comune incontrava la prostituta minorenne, gli inquirenti: “Illegalità diffusa” – I VIDEO

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Nel corso di una conferenza stampa, il procuratore capo Salvatore Cappelleri, il pm Antonio Colonna e i rappresentanti di polizia municipale e guardia di finanza hanno illustrato i dettagli dell’inchiesta sui dipendenti comunali infedeli. Dipendenti che dopo aver timbrato il cartellino di inizio turno, invece di recarsi al proprio posto di lavoro uscivano per commissioni personali e private. Sono 50 gli impiegati indagati, per 39 di loro è stato disposto l’obbligo di firma come misura di custodia cautelare, mentre per uno di loro sono stati disposti gli arresti domiciliari. Gli altri dieci sono indagati a piede libero. Ebbene, dalla conferenza stampa in Procura sono emersi dettagli ancora più drammatici.

Il caso più eclatante riguarda un uomo di circa 60 anni: l’impiegato utilizzava abitualmente un mezzo di servizio dell’ente per andare a prostitute in orario lavorativo. Proprio per lui sono scattati gli arresti domiciliari. In particolare il 60enne si recava da una lucciola straniera minorenne con cui intratteneva rapporti sessuali: l’accompagnava in posti appartati, poi la riportava al marciapiede, il tutto al volante dell’auto di rappresentanza. Non solo, in un’occasione il dipendente decise di appartarsi con lei in un motel dove avrebbe tentato di violentarla.

Le indagini sono iniziate alla fine del 2016 quando gli inquirenti hanno collocato negli uffici comunali telecamere nascoste in corrispondenza del terminale per la timbratura dei cartellini. E’ emerso che alcuni impiegati timbravano per poi uscire subito dopo dall’edificio. In alcuni casi le immagini mostravano dipendenti impegnati a timbrare ben più di un cartellino, come favore verso i colleghi assenti ingiustificati. A quel punto gli investigatori hanno iniziato i pedinamenti per capire dove andassero i dipendenti infedeli: chi si recava in palestra, chi a fare la spesa, chi si concedeva un aperitivo, chi andava sul mercato a fare shopping. Molto spesso utilizzando i mezzi del Comune: addirittura alcuni impiegati “prendevano in prestito” furgoni di proprietà dell’ente per trasportare materiale edile in altri comuni, sempre per finalità private.

“Ciò che ci ha sorpreso – ha detto il procuratore capo Salvatore Cappelleri – oltre al numero altissimo dei dipendenti coinvolti (parliamo di 50 su 600), è la disinvoltura con cui compivano questi gesti. In Italia, negli ultimi anni, si sono svolte numerose indagini che hanno portato alla luce casi simili, ma nonostante questo ci siamo imbattuti in un numeroso gruppo di dipendenti che abitualmente si comportava in questo modo. Una mancanza di prudenza che ci ha davvero sorpreso. Nessun timore di perdere il lavoro nonostante la legge parli chiaro”.

L’ordinanza del gip parla di “caparbietà” nel mantenere questi atteggiamenti: “Teniamo presente che ci sono dipendenti che si comportavano in questo modo abitualmente, addirittura si scambiavano favori. Era, insomma, una situazione di illegalità diffusa nell’ambiente”.