Ragazzi, ragazzi, mi hanno sospeso l’account Facebook probabilmente per il post di ieri sera. Il post era di questo tenore: “Colpo di stato di Mattarella! Un popolo con le palle reagisce in armi! L’Italia c’è?”. Così scrive Stefano Torre, ex candidato sindaco nella scorsa tornata elettorale.
“Non so se sia stato il post in se, (che non è stato rimosso) o le risposte ad alcuni commenti, Facebook non lo ha dichiarato, fatto sta che stamattina il mio account è stato sospeso e quindi per un mese non potrò più deliziare i miei fans con le mie perle ed i miei selfie. Probabilmente qualcuno mi ha segnalato come fomentatore di odio e come propugnatore di idee rivoluzionarie anti sistema, come un estremista, insomma! Il problema però non sta nel fatto di essere stato segnalato da qualche Piddino integralista a Facebook, ma sta nel fatto che il social blu abbia attuato il blocco di un account così in vista come il mio, solo perché propugnava idee anti sistema ed un punto di vista diverso sulle istituzioni. Io non sono sostenitore né della Lega, né del Movimento 5 Stelle, ma sostengo la democrazia”.
“Secondo me fermare la formazione di un governo, sostenuto da una solida maggioranza parlamentare eletta solo tre mesi fa, costituisce una sconfitta grave di ogni principio democratico. Il presidente della Repubblica, che è bene ricordarlo, ha il ruolo di garante della costituzione, il ruolo di arbitro super partes, si è andato ad infilare in una situazione nella quale il suo compito di garanzia è venuto meno, privando il paese di una autorità necessaria a smussare gli angoli ed a garantire che non si esca dai confini del quadro democratico. Rifiutando di nominare un governo per motivazioni esclusivamente ideologiche, (cosa più volte dichiarata da Sergio Mattarella che non ha mai perso l’occasione di dire che i sovranisti erano da evitare come la peste bubbonica), la Presidenza della Repubblica ha compiuto un atto che va contro il diritto democratico del popolo di eleggere i propri rappresentanti. E’ andato contro il diritto del parlamento di rappresentare chi lo ha eletto”.
“La costituzione parla chiaro: il presidente “nomina i ministri su proposta del presidente del consiglio incaricato”. Al di là del lessico e dei cavilli interpretativi di una frase, dovrebbe essere il principio base di ogni ordinamento democratico ad imporre al presidente di nominare un governo quando questo è sostenuto da una solida maggioranza parlamentare, qualunque sia l’idea che propugna. Mattarella ha ritenuto pericolosa una idea, un principio, ed è per questo che ha negato la possibilità di costituirsi ad un governo che aveva i numeri in parlamento ed il sostegno del popolo italiano. Non voglio entrare nel merito della validità o meno delle idee sovraniste di Savona e del governo che andava costituendosi, potrebbero essere anche le idee più abominevoli del mondo, ma sono le idee del parlamento italiano, che rappresenta i cittadini italiani e che in una democrazia rappresentativa equivale al popolo sovrano. Ciò significa avere imposto al paese qualcosa che va oltre il limite a lui consentito, significa avere travalicato i confini del suo ruolo e soprattutto significa aver negato la democrazia”.
“Se aggiungiamo a questo il fatto che, così facendo, il presidente ha perduto l’autorevolezza che dovrebbe avere un garante per fare il suo mestiere, scopriamo che da stamattina l’Italia si trova a correre serissimi rischi di tenuta delle istituzioni democratiche. Quando crolla un pezzo della diga è sempre probabile che altri pezzi lo seguano, e che si generi una frana pericolosissima. Voglio dire che ora non c’è più il salvagente rappresentato dal Presidente e dalla sua autorevolezza, poiché la gran parte degli italiani considera l’uomo che incarna l’istituzione, un traditore del principio base della democrazia. Il fatto non ha precedenti. Nonostante il PD nei suoi comunicati sostenga che il rifiuto del presidente a certi nomi proposti si sia già verificato nel passato, mai prima d’ora si era arrivati al rifiuto di un governo. Le note diffuse dal PD sono un esempio di come l’informazione possa essere manipolata impunemente da chi è allineato con il pensiero unico di quella che, oggi lo si può dire senza tema di smentita, è una dittatura a tutti gli effetti”.
“L’atto d’imperio con il quale il presidente della Repubblica ha impedito al Parlamento di produrre un governo, è assimilabile ad un colpo di stato. Se poi si aggiunge il fumus dell’interesse straniero, diventa atto di alto tradimento, e lo ha affermato Giorgia Meloni, non Torre. In questo contesto, senza un presidente autorevole agli occhi degli italiani può succedere di tutto! Certo è che la sospensione del mio account, e dei tanti altri che sostenevano le stesse mie tesi, è una censura, un atto antidemocratico di evidenza stratosferica. Chi sostiene che Mattarella sia un eroe offende la mia intelligenza, ma offendere in modo allineato con il Piddin è consentito, anche se usi toni barbari invocando la forca per Conte e compagni. Ogni generazione ha il suo Piave. Questo è il nostro”.