Ancora un anno positivo per lo svolgimento del Progetto Scuole Cip – Comitato Italiano Paralimpico che ripetendo i numeri e la qualità di alcuni anni fa ha svolto il proprio compito nelle scuole di Piacenza e Provincia. Da sottolineare che da pochi mesi il Comitato Paralimpico è diventato Ente Pubblico (Ente autonomo di diritto pubblico) al quale lo Stato ha affidato la gestione del’ attività sportiva delle persone disabili. Il supporto che il progetto ha dato nell’attività motoria degli studenti disabili nelle scuole sia agli insegnanti di educazione fisica nelle scuole superiori, che agli insegnanti motoria, nelle scuole primarie, ha permesso a 183 studenti disabili di fare non meno di otto ore di lezione di uno sport nelle scuole elementari e non meno di sei ore nelle scuole superiori.
“Tenendo conto che le classi sono state 158 e i laboratori 3, quindi in totale tra studenti disabili (circa 200) e normodotati (tenendo conto di circa 20 studenti per classe) hanno fatto attività continuativa per almeno 6/8 ore di lezione, circa 2.500 studenti per un monte di oltre 900/1000 ore di sport. I 35 i tecnici Cip, affiancati agli insegnanti, hanno fatto conoscere 16 sport paralimpici (judo,tiro con l’ arco,basket integrato, nuoto,tennis, tennis tavolo, atletica leggera, orientante, scherma, ciclismo, arrampicata sportiva, pallavolo, danza sportiva, ginnastica, arti marziali, baskin)”.
“L’aiuto sia della Fondazione che delle scuole che dei Comuni ci hanno permesso di svolgere il Progetto anche se in realtà la necessità delle scuole è molto più elevata tenendo conto che i disabili presenti nelle scuole di Piacenza e Provincia sono più di 1.000”.
“Non tutti necessitano il nostro supporto mentre possono essere integrati nella normale attività didattica della scuola, ma almeno 500 necessitano interventi diretti dei nostri tecnici specializzati o per lo meno che i tecnici specializzati diano supporto agli insegnanti di educazione fisica o di motoria. Il sogno nel cassetto è di arrivare, dai 140 disabili di quest’anno, ad almeno 200 e non è una questione organizzativa ma soprattutto di reperire risorse finanziarie”.
“Resta pur sempre il grosso problema di inserire, nella fase successiva, i ragazzi disabili nelle società sportive tradizionali o per lo meno che facciano attività sportiva continuativa al di fuori della scuola. Gioca un ruolo determinante sia la struttura della società sportiva tradizionale che non è in grado tecnicamente di inserire un disabile, ma spesso anche la scarso interesse a occuparsi del problema. L’ ideale sarebbe che la società sportiva convenzionale creasse un settore disabili, il Cip è pronto a dare una mano dal lato tecnico. Ciò sta accadendo nel calcio e nella pallacanestro e in altre attività come : tiro con l’ arco, arrampicata sportiva, nuoto, tennis tavolo ecc
In attesa che i tempi maturino stiamo creando delle “polisportive di transito” che accolgono disabili di qualsiasi gravità e fanno far loro attività sportiva, se poi una parte di loro potrà essere inserita nelle società convenzionali sarà un grosso successo. In alternativa continueranno una attività confacente alla loro disabilità”.